Steve Miller, un uomo basso e tarchiato di circa quarantacinque anni, stava lavorando a un caso federale.
Miller era dell’FBI.
Corrugò la fronte e ordinò al tecnico di far scorrere nuovamente le ultime immagini apparse sul monitor. Gli fece ripetere l’operazione due volte e, a un tratto, gli disse di fermarsi. Osservò pensoso un viso che non gli era sconosciuto. La fisionomia che ricordava era diversa, capelli biondi e non neri, più lunghi di quanto fossero adesso, e una cicatrice sulla guancia che ora era scomparsa.
Ma gli occhi erano uguali.
Miller aveva una memoria eccezionale ed era estremamente fisionomista.
“Stampa.”, disse.
Il tecnico obbedì, sbadigliando.
Miller non conosceva quell’uomo, non lo aveva mai incontrato – in America, questo dubbio privilegio era riservato solamente a tre persone -, però qualcuno un giorno gli aveva mostrato una sua foto. Era stata scattata male, era sfuocata: ma lo sguardo risultava inconfondibile.
Nel giro di cinque secondi Miller risalì al nome della donna che gli aveva fatto vedere la fotografia. Lui era un vecchio amico del padre.
Non era un caso di sua competenza. Tirò fuori il suo cellulare ultra protetto e digitò un numero di telefono.
Le eccezioni si potevano contare sulle dita di una mano.
All’infuori di tre o quattro fortunati, gli uomini erano sostanzialmente stupidi, arroganti, boriosi e ingenui. L’ingenuità derivava dalla supponenza innata.
Aglaja ringraziò mentalmente la talpa che le aveva svelato il “segreto” di Simon Cooper. Si era trattato di un piccolo colpo di fortuna. Un giorno, Cooper era andato in bagno, dimenticandosi di chiudere il cassetto della scrivania a chiave. Solo dieci minuti ma sufficienti per permettere alla talpa di curiosare. Al momento la cosa non era parsa rilevante, ma quando Aglaja lo aveva interrogato, insistendo sui minimi particolari (“Lasci decidere a me se sono importanti o meno!”), la faccenda delle riviste porno era venuta fuori.
Aglaja/Janice rivolse un sorriso smagliante a Cooper. Erano nudi sul letto. “Per premio”, annunciò lei, “questa sera ti farò provare un’emozione nuova.” Gli sventolò davanti agli occhi un paio di manette.
Cooper diventò paonazzo in volto.
“Sdraiati.”
Lui obbedì sollecitamente.
Aglaja gli mise le manette che poi assicurò alla testiera del letto. Nel frattempo, la sua mente galoppava. Per eliminare Monica Squire non aveva bisogno di Larsen. Si sarebbe sbarazzata di lei, e in un secondo tempo – questa volta con Larsen – sarebbero andati a far visita a John Lodge.
Aglaja era molto ambiziosa e sapeva di valere. Ignorava chi fosse Larsen, ma riteneva la sua presenza in America superflua. In ogni caso, le era stato ordinato esplicitamente di aspettare il suo arrivo prima di occuparsi di Lodge; ma nulla le era stato detto a proposito della Squire. Lei era il pesce più piccolo, però costringerla a rivelarle dove abitava il suo collega e quindi ucciderla, sarebbe stato comunque un buon risultato. In questo modo si sarebbe guadagnato tempo. Naturalmente, era fuori questione chiederlo a Cooper: per quanto stupido fosse, avrebbe trovato singolare che Aglaja conoscesse due agenti della CIA.
Lo guardò, nascondendo il disprezzo che provava per lui. Era un depravato e meritava quello che lo attendeva. Mentre l’uomo dell’Office of Security ansimava eccitato, lo bendò.
Si alzò dal letto ed estrasse dalla borsetta una siringa.
“Ora ti farò sognare!”, sussurrò con voce roca, infilandogli l’ago nella vena.
Monica Squire pensava che Steve Miller si fosse sbagliato.
Anzi, ne era assolutamente convinta. Anche un ottimo agente dell’FBI poteva prendere un granchio. Perciò non si era premurata di telefonare a Lodge. Fra l’altro si sarebbero rivisti presto, al termine di quella breve vacanza. Per la prossima missione Monica si era tinta i capelli di biondo: non ne era particolarmente entusiasta, ma così le era stato detto di fare.
Quando suonarono alla porta, stava rimuginando sul loro strano rapporto. Era consapevole di piacergli. Ciò, tuttavia, non era bastato a John per indurlo a dimenticare la moglie. Monica lo desiderava ancora. Con un sospiro insoddisfatto si affacciò alla finestra. Negli ultimi giorni era nevicato e il prato davanti a casa era rivestito di bianco. Monica immaginò di vedere Pete Black, un anziano signore assai simpatico che veniva a salutarla e a portarle una deliziosa torta, dono della sua consorte. Monica abitava in una graziosa villetta, disposta su due piani, non troppo distante da Langley. Pete Black era un suo vicino di casa.
Invece, scorse una giovane donna bionda.
Per un momento il suo pensiero riandò alla strana telefonata che aveva ricevuto da Steve Miller. La presenza di quella donna la inquietava, sebbene non ne comprendesse il motivo. Ma Miller si era sbagliato e la sua apprensione era immotivata. Probabilmente la bionda voleva venderle un’enciclopedia o qualche strumento magico in grado di pulire la casa da solo oppure di cuocere un arrosto in cinque minuti.
“Desidera?”, le chiese con un sorriso garbato.
“Mi manda John.”, dichiarò la bionda, restituendole il sorriso.
John?
Monica la guardò, perplessa.
“Ok, adesso apro.”
Scese al pianterreno e la invitò ad accomodarsi in soggiorno.
Aglaja entrò in casa e studiò la sua antagonista. Erano all’incirca della stessa altezza, ma Squire era più esile. Benché l’americana fosse una donna atletica e allenata, se si fossero battute Aglaja avrebbe sicuramente prevalso, ma non aveva alcuna intenzione di impegnarsi in un estenuante corpo a corpo. Senza contare che Squire era certamente armata e, vistasi sopraffatta, in preda al panico avrebbe potuto spararle. Ma Monica non doveva morire prima di aver parlato. No: esistevano metodi molto più semplici ed efficaci della lotta.
Le rivolse un nuovo sorriso e tirò fuori da una tasca un piccolo oggetto che assomigliava a un telecomando. Con un gesto fulmineo glielo premette con forza sul petto.
Monica provò un dolore lancinante e finì a terra.
Aglaja si sistemò a cavalcioni su di lei e le inflisse una seconda scarica elettrica, quindi una terza. Monica perse i sensi.
Quando riprese conoscenza era nella sua camera, strettamente legata al letto. Aglaja la fissava. “Dove abita John Lodge?”
Monica non rispose.
“Sarà una giornata molto lunga.”, disse Aglaja in tono piatto. “E prima di sera mi avrai detto tutto quello che voglio sapere.”
Poi ricominciò a usare lo storditore elettrico.
La spy story è sempre più avvincente di per sé. Eccellente la trovata di mettere il lettore in grado di anticipare anticipare gli eventi, un accorgimento che lo coinvolge negli accadimenti provocandone la partecipazione emotiva. Sempre più brava!
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Dunque non mi ero confuso o sbagliato. I nostri erano ancora in pista o meglio sulle tracce di John e Monica. Colpi di scena che sorprendono il lettore, Altri ce ne saranno, perché il percorso è ancora lungo.
Ottima puntata direi. Mi è piaciuta molto.
Aspetto di conoscere come se la caverà Monica e come Larsen intercetterà John.
Un grande abbraccio
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Un abbraccio e BUONA DOMENICA 🙂
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l’affaire si fa sempre più intrigante …..
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Spesso i servizi segreti di stato, sanno più dei politici in carica, oppure fanno guai altrove, come saprai sicuramente. Inoltre, la violenza è il primo strumento che adottano, anche se i paesi chiamati in causa smentiscono…a volte. Infine, le donne sono le vittime preferite, anche perchè il mondo è MASCHILISTA al Massimo. La smetto e ti ciao…Sar.
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Carissima, seguirti mi mette ansia, ma al tempo stesso piacere
Mi sento banale e ripetitiva dirti quanto sei brava…ma lo sei davvero
Grazie Alessandra
Baci baci
Mistral
Ps: vorrei anch’io un cellulare ultra protetto…
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@ URIEL penso di capire quello che intendi dire e sono contenta che questo procedimento ti piaccia, anche se non lo applico sempre.
Grazie!
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@ NEWWHITEBEAR sono lietissima del tuo apprezzamento. Ormai mi conosci bene e infatti non hai certo sbagliato. Monica è attesa da qualcosa di assai spiacevole…
Un caro abbraccio ^^
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@ SIMONA un bacione, Simo 🙂
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@ MAIPISENSA mi fa molto piacere ciò che scrivi!
Felice serata ^^
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@ SAR condivido ogni tua parola.
Ad esempio, negli Stati Uniti un presidente resta in carica per quattro o al massimo otto anni; i dirigenti della CIA o di altre agenzie di intelligence molto di più, e parecchie cose le conoscono solo loro.
Un caro saluto!
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@ OMBREFLESSUOSE cara Mistral, in questa storia un po’ d’ansia è dovuta…
A proposito di cellulari, vorrei specificare che ogni cosa qui descritta – a parte la vicenda, chiaramente – è reale e documentabile. Questo vale anche per gli episodi futuri.
Grazie di cuore e un grande bacio*
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Concordo….ciao dal vecchio Sar.
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@ SAR ciaooo, “vecchio” Salvatore ^^
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L’ho letto con attenzione e mi è piaciuto.
Hai saputo combinare magistralmente realtà e finzione che si fondono e arricchiscono la narrazione di elementi che ci fanno conoscere meglio i protagonisti rendendoli più credibili.
Il tutto è in perfetta coerenza con gli altri brani che ho già letto.
Sei brava!
(forse l’ho già detto, ma prova a fare schifezze, e poi vedi!) ^—-^
BUONA SETTIMANA e BUON 1° MAGGIO!!!!
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Ottima “fusion”. Elementi di spy storie con qiualche pennellata di noir
La settimana che inizia appare sotto un’altra luce.
E’ come affrontare un puzzle senza la fotografia di riferimento. Ad ogni incastro una sorpresa e noné detto che ciò che immagini sia poi la realtà degli eventi successivi.
Sta prendendo sempre più corpo un’altra grande storia targata “AB”.
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@ CLE REVERIES ecco… adesso ho l’ansia da prestazione ^^
Comunque, ti ringrazio davvero molto. Sei sempre cara con me (e anche molto attenta, lo noto).
Un abbraccio grande 🙂
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@ CAPEHORN una storia targata AB 🙂
Io spero proprio di riservarti qualche colpo di scena. I “Ragazzi” oggi mi hanno detto che il prossimo capitolo sarà anche piuttosto violento. Mi auguro che non eccedano!
Grazie, Carlo.
Baci alla Leonessa.
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Di nuovo … birra “forte” eh.
🙂
Questi “Ragazzi” …. a volte sembrano proprio … “Goodfellas”
🙂
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@ CAPEHORN birra forte… e forse in quantità eccessiva 😛
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Ricambio…convintamente….ciao…..
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@ SAR mi raccomando: niente incubi stanotte ^^
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A volte penso, tu sappia, più cose di mia moglie, oppure sono io che mi apro come un libro…APERTO! Baci…..
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Letto tutto.
Quello storditore elettrico non mi piace. Riuscirà Monica a tacere?
Bella domanda vero? 😉 Sono sicura di no.
Buonanotte!! ♥ vany
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@ SAR forse sono una strega ^^
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@ ROMANTICAVANY temo che tu abbia ragione.
Un caro abbraccio, stellina * _____________ *
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ahi ahi ahi! Povera Monica! Ci risiamo! 😀 Sembra che finire in mani nemiche sia diventato un’abitudine per lei! 🙂
Incalzante e coinvolgente! Vediamo come prosegue 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST caro lupo, in effetti Monica Squire sembra afflitta da un karma negativo 😦
Grazie per il tuo apprezzamento 🙂
Felice notte ^^
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Si mette male per Monica, ancora una volta sotto il tiro di mani nemiche, ora femminili, le più terribili: le donne sanno essere molto spietate.
Una puntata narrata con classe e coinvolgente interesse.
Buon primo maggio, cara Alessandra, un abbraccio mattutino.
annamaria
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Ciao Alessandra, una breve ma piacevole visita per augurarti un primo maggio
davvero in “festa”
Baci baci
Mistral
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@ ANNAMARIA è vero quanto affermi a proposito delle donne!
Ne avremo presto una riprova…
Un grazie di cuore e un abbraccio pomeridiano*
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@ OMBREFLESSUOSE sei carinissima, Mistral ^^
Un sorriso per te 🙂
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Puntata degna della tua bravura e ‘tattica’ narrativa. I colpi di scena li adoro e le tue donne raccontate sono ossi duri, terribili e perverse in certa maniera. Baci. Alla prossima.
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@ UNIVERS oggi ho scritto il capitolo di domenica prossima: mi auguro che non manchino colpi di scena né donne perverse e terribili.
Grazie, caro!
Kiss ^^
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Non credo alle streghe, agli STREGONI, vedi…Monti…sì! Ciao.
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@ SAR zierto, “vecchio” Salvatore!
Ciao 😛
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Certo che questi agenti segreti a volte sono di una ingenuità disarmante. Probabilmente sono troppo pieni di sè…
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Sei sempre più sorprendente… con un cambio apparente di scenario, bellissimo episodio che mano a mano diventato sempre più coinvolgente..
Ora la povera Monica è nelle mani di quella bastarda Aglaja, chissà
cosa le farà passare…
Un gros bisous ma chère et bonna journèe
Michelle
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@ BRUMBRU è facile che sia così…
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@ VENTIDIPRIMAVERA la “bastarda” ha in mente qualcosa di terribile.
Al posto di Monica, io morirei di paura.
Domenica sapremo…
Grazie infinite, chèrie!
Bisous, Michelle ma belle ^^
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