L’uomo che si faceva chiamare Larsen varcò la frontiera che separa Ciudad Juarez da El Paso in una gelida mattina di gennaio.
Il suo passaporto era falso.
Il doganiere messicano gli riservò un’occhiata distratta. L’americano, invece, lo esaminò attentamente. Poi scrutò il volto di Larsen. “Cosa la porta negli Stati Uniti?”
“Un viaggio di piacere.”, rispose Larsen.
Il doganiere gli domandò di aprire il baule della macchina, dove trovò una valigia e l’occorrente per andare a pescare. Larsen aprì la valigia. Conteneva un abito, due camicie, biancheria di ricambio e il necessario per lavarsi. D’altra parte, Larsen aveva l’aria distinta e autorevole di un uomo d’affari. Ed era norvegese. Al doganiere non risultava che ci fossero dei precedenti legati alla droga o ad altri traffici che riguardassero cittadini della Norvegia; inoltre l’uomo ispirava fiducia. Spiegò che si occupava di transazioni commerciali fra il suo Paese e il Messico, ma che presto si sarebbe trasferito in Giappone. Voleva visitare il Texas e si informò se fosse possibile pescare.
“Benvenuto negli Stati Uniti, signor Larsen.”, disse il doganiere restituendogli il documento con un sorriso.
Larsen non sorrise. Ingranò la marcia e incominciò il lungo viaggio che lo avrebbe condotto in Virginia.
Aveva trascorso l’ultima settimana in un albergo fatiscente in attesa di notizie. Non era sicuro di riceverle e aveva deciso che se il messaggio avesse tardato ancora di un giorno avrebbe fatto a modo suo. Poi, mentre stava passeggiando per ingannare il tempo, il display del cellulare lampeggiò e un segnale sonoro annunciò un sms.
“I Boston Celtics vinceranno il campionato.”
Larsen pensò che forse aveva sottovalutato la donna. Gettò il telefonino che costava più di mille dollari in un bidone della spazzatura, tornò in albergo e preparò la valigia.
Simon Cooper lavorava all’Office of Security da dieci anni.
Benché fosse un dipartimento della CIA, paradossalmente l’OS aveva il compito di controllare l’operato degli uomini dell’Agenzia. Disponeva di mezzi potentissimi e non rispondeva delle proprie azioni se non a un numero assai ristretto di persone, fra cui naturalmente il direttore della CIA stessa.
Nel database di Cooper erano inseriti gli indirizzi di tutti gli agenti. Per ovvi motivi, tali indirizzi non figuravano in nessun altro elenco.
Cooper stava mangiando un sandwich al formaggio quando fu avvicinato da una giovane donna bionda. Cooper la osservò incuriosito. Di statura media, aveva degli splendidi occhi e un viso attraente. “Posso sedermi al suo tavolo?”, gli chiese.
Cooper si guardò attorno.
A quell’ora il locale era quasi vuoto.
Cooper sapeva perfettamente di non essere bello. Si era sempre consolato dicendosi che era una delle persone più intelligenti che conosceva, ma questo non lo rendeva più affascinante agli occhi delle donne. L’ultima ragazza con cui era stato – erano trascorsi cinque anni da quando lo aveva lasciato per un istruttore di aerobica – sosteneva che era un uomo noioso. Simon condivideva quell’opinione.
“Mi chiamo Janice.”, dichiarò la bionda prendendo posto accanto a lui, senza aspettare una risposta.
“Simon. Simon Cooper.”, rispose meccanicamente.
Janice ordinò caffè nero e un hamburger. Parlava un inglese perfetto, tanto che Cooper fu indotto a pensare che non fosse americana. Forse era londinese. Ma la domanda principale era un’altra. Perché si era seduta al suo tavolo?
Dopo averlo scoperto, rimase sconvolto.
Cooper aveva gusti sessuali stravaganti, o quantomeno insoliti, dei quali non aveva mai osato parlare con nessuno, meno che mai con la sua ex fiamma. Il fatto che lavorasse per la CIA, sebbene non come agente operativo ma a livello di intelligence, rendeva la cosa ancora più imbarazzante. In teoria, ragionava Cooper, sarebbe dovuto essere un macho.
Janice dapprima lo picchiò selvaggiamente, quindi lo sodomizzò utilizzando un fallo di dimensioni enormi. Infine, lo cavalcò, insultandolo e deridendolo.
Cooper perse la testa.
Non solo Janice era bellissima, con gambe superbe e un seno invidiabile, ma con un intuito da strega aveva capito quello che lui bramava da sempre e che non aveva mai ottenuto, né sperato di ottenere.
Come avesse fatto a leggergli dentro restava un mistero inspiegabile.
Fu la sera successiva, al termine di una sessione sadomaso ancora più travolgente, che Janice, ranicchiandosi fra le sue braccia, accennò in modo casuale a un’amica che aveva conosciuto a Londra e di cui purtroppo aveva smarrito il numero di telefono e l’indirizzo di casa. “Mi sarebbe tanto piaciuto rivederla! E anche Monica ne sarebbe stata contenta. Monica Squire: una donna straordinaria!”
Cooper la fissò.
“Io la conosco.”, disse avventatamente.
“Davvero? Conosci Monica?”
Che coincidenza incredibile, rise fra sé Janice, che in realtà si chiamava Aglaja.
Si sporse verso di lui con l’espressione di una ragazzina entusiasta. Era incredibile come potesse calarsi con naturalezza nei panni di persone diversissime tra loro, pensò Cooper. In genere era posata e matura, a letto diventava violenta e autoritaria e ora sembrava una teen-ager che ha appena saputo che il suo cantante preferito terrà un concerto nella sua città di lì a breve. Ciò accresceva il suo fascino.
“Vorrei farle una sorpresa. Sai dove abita?”
Cooper si mosse a disagio sul letto. “Sì, però… ehm… prima dovrei avvertirla.” Si sarebbe morso la lingua. Avrebbe dovuto risponderle che si era trasferita di recente e che lui ignorava dove fosse andata.
Janice sgranò gli occhioni. “In questo caso, che sorpresa sarebbe? Ti posso assicurare che lei sarà felice di vedermi. Le comprerò anche un regalino.”
“Non saprei.”, disse Cooper.
“Non sarà una questione di Stato!”, esclamò Janice con aria esasperata.
Cooper pensò che non sapeva quanto si fosse avvicinata alla realtà. Imbarazzato, tacque.
La reazione della donna lo sorprese, gettandolo nel panico.
Janice divenne fredda come il ghiaccio. Gli rivolse uno sguardo duro e disse: “Benissimo. Se ti diverte tanto fare il misterioso, vorrà dire che questa è l’ultima volta che ci vediamo. Sembrerebbe quasi che tu ti prenda gioco di me o peggio forse: che mi consideri una donna non degna di fiducia.”
Cooper farfugliò qualcosa. L’idea di non vederla più, di perdere quel paradiso che aveva sempre sognato, di rinunciare alle notti torride che lei sapeva donargli, era insostenibile. D’altro canto, non aveva alternative: poteva fornire gli indirizzi degli agenti solo a un numero limitato di persone, e non certo a una donna che non apparteneva alla CIA.
Janice saltò giù dal letto e cominciò a vestirsi.
Cooper la guardò, disperato. Ma era assolutamente impotente. Avrebbe potuto avvisare Monica senza dirlo a Janice, però temeva che non sarebbe rimasto un segreto. Le donne avevano la lingua lunga.
Janice infilò le scarpe e si diresse verso la porta.
Cooper si sentì sommergere dall’angoscia.
In fondo… nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza di quella piccola trasgressione, tranne Monica Squire; ma, a quanto pareva, Monica avrebbe accolto con piacere l’amica e non lo avrebbe sicuramente biasimato. Non era poi una cosa così terribile. Esitò per un attimo, combattuto.
Janice si voltò. “E’ stato bello, peccato. Addio, Simon.”
“Aspetta!”, la fermò lui. “Hai ragione. Domani ti darò il suo indirizzo. L’ho nella mia agenda, in ufficio.”
Aglaja represse un sorriso di trionfo.
Era stato più facile del previsto.
Passo domani. Notte e un abbraccio
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questa è la scrittrice che mi piace.
quando in “davanti al mare” ho scritto che al negroni preferisco il martini volevo dire, in modo elegante, che il post non mi aveva entusiasmato.
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Buona domenica Alessandra 🙂
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@ NEWWHITEBEAR intanto ti auguro buona domenica ^^
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@ MAIPISENSA questo è un romanzo, quello un racconto, e lo stile di scrittura è molto diverso. Non sarebbe naturale se tutto ciò che scrivo piacesse…
Ciao 🙂
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forse non sarebbe naturale, ma sarebbe molto bello.
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@ MAIPISENSA 😛
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@ SIMONA un sorriso per te, cara Simo*
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Ciao Alessandra, certo che quel Cooper tutto controllava tranne i suoi
sozzi istinti sessuali. A uno così non affiderei neanche il controllo del traffico
di una sonnolenta cittadina.
Però…cavolo come scrivi bene
Ti seguo
Bacione
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE cara Mistral, sto morendo dal ridere!
Sei troppo forte ^^
Grazie e un grande bacione a te 🙂
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Un incalzare degno del tuo fare, anzi…aggiungo: da giovane volevo girare il mondo, andai solo in Germania a 17 anni, a lavorare per 6 mesi, poi rientrai a Milano. Da adulto, ho cercato di pareggiare, andando in Svizzera diverse volte, poi in Francia…peccato…però, mi manca andar oltre. Ciao da Sar.
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Due episodi nella puntata odierna che sembrerebbero misteriosi ma che in realtà non lo sono più di tanto.
Larsen e Janice danno la caccia a Monica? Ma forse non è il reale obiettivo.
Aspettiamo gli eventi.
Come sempre sei bravissima nel movimentare la scena.
Un abbraccio
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@ SAR io conosco soprattutto la Francia e l’Inghilterra, però mi mancano molti Paesi, esattamente come a te.
Un caro saluto, “vecchio” Salvatore, e grazie!
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@ NEWWHITEBEAR non ho mai dubitato della tua perspicacia!
Monica è “un” obiettivo, ma certamente non il principale, e tramite lei… basta, mi fermo qui. Anzi, ho già detto troppo.
Ti ringrazio tantissimo ^^
Un caro abbraccio.
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Se mettono dei pollo così a lavorare all’OS… siamo a posto… 😉
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Sempre di gradevole e accattivante lettura, i personaggi ben delineati, come sempre, in uno svolgimento in linea con tutta la narrazione che non perde di continuità.
Il breve flash sadomaso sembra essere utile alla costruzione dei personaggi nel contesto di tutto il romanzo, secondo me, a dargli più carattere. Decisamente non è “voyeurismo”, il lettore se ne accorge subito, d’altra parte, per la correttezza e la compostezza della descrizione,
Anche questo mi è piaciuto!!!
Brava!
UN abbraccio
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Ah, questi personaggi che per la carica che ricoprono non dovrebbero proprio avere questo genere di debolezze! 🙂
… e così è iniziato il “film-continuazione” 😀 Vediamo se sarà all’altezza del primo… l’inizio è promettente 😉
http://www.wolfghost.com
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Giustamente non sai mai quante siano le … matrioske e se é vero che i soldi non dormono mai, anche nel mondo dei servizi, il sonno non é di casa.
La caccia continua, ma a quanto pare a ruoli inversi.
Sapore e sostanza, ottime materie prime e maestria nel cucinarle.
Tre stelle, cinque cappelli e tre bicchieri.
Buon appetito.
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Povera Monica! Questa Janice è alquanto determinata e astuta e sa come ottenere ciò che vuole: dopo aver sedotto il bruttino agente della Cia, Cooper, chissà cosa accadrà?
Alla prossima, cara Ale, scrittrice dall’inventiva incalzante e sempre più interessante.
un abbraccio e buon inizio settimanale.
annamaria
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@ BRUM in America cose simili sono all’ordine del giorno.
Clinton non era certo un pollo! Anzi, a mio avviso, è stato uno dei migliori presidenti degli States, eppure…
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@ CLE REVERIES mi fa molto piacere che tu abbia parlato di correttezza e compostezza. A me la volgarità non piace, sebbene in uno o due post su Splinder ne abbia fatto uso, perché secondo me in quel caso aveva un senso. Se posso, però, la evito.
Grazie e un bacione!
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@ WOLFGHOST mi ripeto: e Clinton? 😛
Sono lieta che l’inizio della seconda (o terza?) parte di “Matrioska” ti piaccia 🙂
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@ CAPEHORN in effetti, c’è gente che non dorme mai, soprattutto… dall’altra parte, diciamo così.
Grazie, Carlo ^^
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@ ANNAMARIA occhio al “norvegese”, cara: forse è ancora più pericoloso di Janice/Aglaja.
Un grande abbraccio, amica mia*
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Ciao e buona settimana….Salvatore….
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@ SAR un abbraccio, caro Salvatore ^^
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al momento ti lascio un saluto e buona settimana.
Ciaoo Magda
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@ MAGDA benvenuta nel mio blog.
Ciao!
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Buongiorno, cara, ti ho risposto su iobloggo, comunque nel caso non dovessi passare, vorrei dirti che mi dispiace di causarti dei problemi con il mio sito. Non capisco e tra l’altro mi piacerebbe essere su questa piattaforma, mi sono anche iscritta, ma non so fare i passaggi successivi, credimi ci ho provato, ma per me è difficile, mentre su blogspot è stato talmente semplice.
Grazie per aver apprezzato il mio post, un abbraccio mattutino.
annamaria
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Capitolo bellissimo che porta nuovi risvolti e nuove curiosità…
sai tenere con grande talento sulla corda i tuoi lettori …
Chissà chi e cosa si nasconde dietro a questi apparenti nuovi
personaggi, pieni di ambiguità e quanti intrecci ancora prima che la
caccia inizi sul serio….
Come sempre chapeau!!
Un abbraccio mattutino! cara..
Michelle
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E questo Cooper? Che personaggio… mantieni alto il tiro anche in questa puntata. Scrivi con il pilota automatico, ho questa impressione forte. Baci cara.
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@ ANNAMARIA in effetti Splinder come piattaforma era molto semplice e pratica, pur con i suoi difetti.
In altri siti incontro strane difficoltà.
L’importante, comunque, è poter leggere le belle cose che scrivi.
Un caro abbraccio!
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@ VENTIDIPRIMAVERA “apparenti”…
Non aggiungo altro, cara Michelle.
Grazie e un bacione grande ^^
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@ UNIVERS forse è vero quello che dici, anche se qualcuno mi definì “macchina per scrivere”: e non voleva essere un complimento…
Grazie e bacioni 🙂
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Janice e Monica, affascinanti personaggi entrambi: però il mistero ancora non è stato svelato. Le donne hanno sì la lingua lunga, ma quando vogliono tacere, dio, come e quanto sanno tacere bene: più delle tombe. 😉
Un caro abbraccio
beppe
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@ IANNOZZI GIUSEPPE come darti torto, caro Beppe?
Il mistero presto sarà svelato.
Un caro abbraccio a te ^^
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Ciao….infinito…………….!
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@ SAR buona serata * ______________ *
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Ricambio convintamente….ciao….
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@ SAR e mi raccomando: niente sogni brutti!
Sogna grandi boschi, il mare, fiori dagli splendidi colori e dolci colline.
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Un saluto festivo
Bacione
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE anche a te, cara Mistral!
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Ah! Ah! Lo dicevo che non poteva essere finita 🙂
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@ URIEL infatti, caro amico 😛
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Ciao … in ritardissimo … e lontano dal pc per un po’ …che non guasta!
ora cercherò di recuperare …le puntate precedenti.
bello il cambio di scena e la nuova trama.
Vediamo quali fili riuscirai ad intrecciare ora!
Brava come sempre!
A presto.
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@ POCHEPRETESE sono felice di rivederti qui 🙂
Hai fatto bene a prenderti una pausa e sono molto contenta che il cambio di scena ti sia piaciuto.
Grazie!
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