La grande distesa del mare arrivava fino all’orizzonte: era grigia, del colore dell’acciaio, battuta dalla pioggia e attraversata dal vento di settentrione. I gabbiani disegnavano traiettorie diseguali a caccia di pesci; una barca di pescatori procedeva lentamente diretta al piccolo porto. L’aria sapeva di salsedine, e di pioggia, e del fumo del venditore di caldarroste. Pochi passanti infreddoliti camminavano stringendosi nei cappotti; un bambino osservava curioso lo spettacolo incomparabile della natura, capace di creare prodigi in ogni stagione, a seconda di stati d’animo eterni che puntualmente si rinnovano anno dopo anno.
Viviana distolse lo sguardo dalle acque profonde percorse dalla tramontana e tornò a rivolgere la propria attenzione a Fabio. In quegli ultimi minuti aveva viaggiato nel tempo, componendo un quadro che era fatto di mille tessere, un mosaico che adesso le appariva chiaro e comprensibile, ma che in passato le era sempre sfuggito, troppo frammentario e oscuro per poter essere realizzato.
“Ma perché?”, mormorò a voce bassa, appena percettibile.
L’uomo esibì un sorriso stanco che non arrivava agli occhi. “Non ho mai avuto il coraggio.”, disse.
Viviana scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli. “Ma è assurdo! Ti rendi conto?”
“La mia vita è sempre stata assurda.”
La donna era frastornata. Come in un film rivisse tutto: le poesie che trovava nella cassetta della posta. Erano scritte su foglietti sgualciti, tracciate da una grafia incerta, quasi infantile: ma erano le più belle poesie che avesse mai letto. La dipingevano come un angelo, i cui lunghi capelli neri ricordavano l’incanto della notte, e gli occhi verdi la meraviglia del mare, e la voce la suggestione di una suonata di Mozart. Rilette a posteriori forse erano un po’ ingenue, ma poi ne erano arrivate altre, e si erano succedute nel corso degli anni, diventando sempre più mature e profonde. Parlavano di un amore senza confini, assoluto, destinato a durare per sempre, trovando linfa nella disperazione di chi non viene corrisposto, irrobustendosi per la sofferenza, sino a diventare qualcosa di mistico. Un giorno le poesie si trasformarono in prosa, ed erano lettere che svelavano l’animo di un uomo colto, intelligente, sensibile, un uomo perdutamente innamorato, tuttavia come per un sortilegio maligno destinato a rimanere solo, in una vita desolata i cui unici sprazzi di sole erano quelli serali, quando, dopo aver cenato, si sedeva alla scrivania, prendeva un foglio bianco e scriveva.
Viviana incominciò a desiderare quelle lettere, a cercarle nella cassetta della posta quasi con ansia, rimanendo delusa se non ne trovava una nuova, e felice come una bambina se riconosceva l’inconfondibile busta.
Si sposò a trent’anni, e le lettere continuarono ad arrivare. Diventarono un raggio dorato che in qualche modo illuminava un’esistenza infelice, causata da un matrimonio sbagliato. Viviana compì i quarant’anni, e le lettere arrivavano ancora. Avrebbe voluto rispondere, svelare a sua volta i misteri del proprio cuore, raccontare le miserie della quotidianità: ma era impossibile. Iniziò a scrivere su un diario, che custodiva gelosamente in un cassetto, nascosto sotto una pila di maglioni. E nel diario parlava a lui, rispondeva a quello che lui le diceva.
E in questo trovava conforto.
Poi le lettere non arrivarono più.
Quel meraviglioso flusso di emozioni si interruppe, simile a un ruscello che all’improvviso rimane privo d’acqua. Per Viviana non fu facile elaborare il lutto; era come se una parte di lei fosse morta, e forse quella parte era stata la più bella della sua vita.
Trascorsero dieci lunghi anni. Una sera squillò il telefono. Era Fabio Campari, il suo compagno di banco al liceo. Desiderava rivederla. Viviana acconsentì con piacere. Si ricordava ancora di lui: un ragazzo intelligente, timido, sensibile. Benché fosse generalmente taciturno, era anche simpatico. E indubbiamente bello. Viviana si era presa una cotta per lui, ma senza trovare il modo per scalfire le sue difese. Fissarono l’appuntamento per l’indomani, davanti al mare.
“Ma perché solo ora?”, gli chiese quasi con rabbia.
Fabio spostò lo sguardo sulla grande distesa d’acqua che arrivava fino all’orizzonte, grigia del colore dell’acciaio. La barca dei pescatori aveva guadagnato il rifugio sicuro del porto, i gabbiani disegnavano traiettorie diseguali a caccia di pesci.
“Sto per morire.”, disse. “Cancro.”
DAVANTI AL MARE
18 aprile 2012 di Alessandra Bianchi
68 Risposte
A volte la vita serba strane sorprese. Non è la prima volta che sento parlare di due che si sono amati segretamente e non se lo sono mai confessato, ritenendo di non avere speranze. Spesso la confessione avviene solo dopo… a bocce ferme o quando è troppo tardi, come in questo caso.
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sarà perché sono torinese, ma al Campari ho sempre preferito il Martini …..
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Ahi, che colpo al cuore…… ma il racconto è bellissimo!!!
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@ BRUM è vero.
Un grande esempio: Cyrano.
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@ MAIPISENSA forse sono stanca… però non ho capito 😛
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@ FAUSTA grazie, cara!
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Davanti al mare tutti i segreti, le amarezze , le emozioni di una vita
si mettono a nudo. Davanti al mare… una vita, andrà via per sempre.
Il racconto è un’altra tua perla che viene dal mare.
Grazie cara Alessandra
Bacione
Mistral
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@ OMBREFLESSUOSE io amo il mare da sempre (e il Mistral): per questo molte mie storie traggono spunto da esso o comunque si svolgono lì.
Una perla… sei molto buona, mia cara amica!
Un grande bacione a te*
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Triste ma molto bello, sei davvero brava! Un abbraccio 🙂
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@ SIMONA spesso i miei racconti sono tristi…
Ti ringrazio di cuore, cara Simo ^^
Un abbraccio grande * _______________ *
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Adesso ti racconto una cosa capitatami nel lontano 1969, ero al servizio militare, ed una ragazza con cui ero uscito solo per una settimana, mi mandava lettere e cartoline ogni settimana…ed anche di più, io cattivamente non la presi in considerazione, nonostante mi piacesse. Da adulti, un giorno, incontratoci per caso, mi servì…pan per focaccia…fece finta di non conoscermi. Ciao dal vecchio Sar.
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Eh, non volermene, Ale. racconto bellissimo. Ma il finale stavolta me lo aspettavo.
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Un bel racconto dal finale triste, perché è spesso la cruda realtà.
Tra immagini e sensazioni questo post si snoda lento ma intenso e colpisce l’immaginazione del lettore.
Un grande abbraccio
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@ SAR caro Salvatore, il tuo ricordo dà forza a questo racconto, credo.
Un abbraccio, “vecchio” Salvatore 🙂
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@ INTESOMALE significa che mi conosci bene 😛
Grazie ^^
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@ NEWWHITEBEAR la realtà, in effetti, è spesso triste.
E i miei racconti sovente sono in linea con quello che succede nella vita di molti.
Ti ringrazio e ti abbraccio.
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mamma mia ale, a me sta storia ha ricordato il mio spasimante segreto….nuoooo e se fosse il tipo fighissimo del terzo piano????? uauauauau scherzo…bel racconto, complimenti 🙂
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Cruda realtà.
Già.
Avete aperto, mia serenissima Signora, una ferita che credevamo sopita, quasi spenta.
Sempre si racconta che, grazia e fantasia superino in “realtà” la realtà stessa del quotidiano.
Posto ch possiate, per un attimo, riversare i sessi dei protagonisti in alveoli, esattamente opposto, ritrovereste una parte piccola, umile e infinitesimale del povero Milord che, strano caso a dirsi, dovette arrendersi all’evidenza di una malattia arrogante, umiliante ed offensiva per l’unica donn a, forse, mai amata su questa terra. non né era il mare da sfondo, bensì una splendida catena di montagne dove, il profumo degli aghi di pino, inebriava i sensi rendendoli “arrendevoli” al più tenue dei sospiri.
In verità, non crediamo proprio che, dopo quell’episodio, ahinoi estremamente triste, non avemmo potuto apprezzare la dolcezza di uno sguardo o la bellezza di un sorriso.
Tutto si spense quel pomeriggio di settembre, preconizzante la irreparabile perdita entro 15 giorni.
Non potemmo assisterla e/o avvicinarci al suo sorriso radioso: ci venne vietato dai suoi propri genitori.
Doppio dolore, dunque.
Voi, questa sera, con palese ed ampia maestria siete riuscita a “scuotere” un cuore malandato ed incerottato e assuefatto al dolore.
Voi, ci avete fatto ricordare che un giorno, anche per noi, esistette la felicità.
Felicità, uccisa, sulla via della concretezza.
Grazie mia Signora, ma non riusciremmo a scrivere altro: l’oppressione è realmente profonda.
Cordialità non scevra da un saluto ai Vostri attenti lettori.
Ninni Raimondi
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@ ADELAIDE vedi di approfondire prima che sia troppo tardi!
Grazie, cara amica ^^
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perdono, mia Signora, per i refusi copiosi, ma a nostra parziale discolpa potremmo opporre che le condizioni lacrimali non ci permisero di osservare bene questa “insulsa” tastiera.
Il rimanente è accademia.
Cordialità
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@ NINNI RAIMONDI, per alcuni, mio Signore, la vita è felice o almeno serena; altri, invece, hanno conosciuto il dolore, la tristezza: io fra questi, Milord, al pari Vostro.
Mi succedeva anche su Splinder, e non so se questo sia un bene o un male: i miei racconti talvolta toccavano i sentimenti dei miei lettori. Se ciò li rattrista mi dispiace, tuttavia significa anche che scrivo di cose vere, di vite vissute, di sconfitte e talvolta di gioia.
Io Vi abbraccio, augurandoVi grande felicità futura!
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@ NINNI RAIMONDI ciò che conta è la sostanza, non altro.
Radiosità ^^
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Cyrano a chi? Quest’allusione al mio naso te la potevi risparmiare…
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Una pacata narrazione intrisa di romantica dolcezza. Ci sono amori che divengono speciali proprio perché conservano il fascino del non vissuto, e accade spesso. Un bel racconto, un delizioso intervallo fino alla prossima puntata di Matrioska.
un bacio e buona giornata
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Una bella storia: forse triste, ma principalmente nostalgica. La vita non sempre è piena di gioie, non si chiamerebbe vita!
Magistrale l’impostazione, non solo il panorama ma tutta l’ambientazione è magicamente nuova. Anche la presenza di aspettative che ci fanno riflettere sulla ripetitività del ciclo naturale della normalità, sono ben incastonate nel racconto. Tempo e spazio sono lì, in quel mare così affascinante che viene interiorizzato dalla protagonista e dal bambino.
E il fatto è detto, come tuo solito, con la tua naturale accuratezza che attrae e coinvolge tutti.
Sembra dedicato principalmente a chi ha lasciato ormai alle.spalle le belle esperienze giovanili con i primi amori sospirati e mai confessati.
You are Great!!!!
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Un amore non vissuto, ma forse proprio per questo è rimasto immenso, capace di illuminare tutta una vita.
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@ BRUM beh, dai: non è così lungo 😛
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@ ANNAMARIA cara amica, ti ringrazio molto!
Sono un po’ delusa, devo dirtelo, dal riscontro sempre più scarso di “Matrioska”, se rapportato ai racconti. Ho anche scritto un riassunto ma non è servito a molto. A questo punto, devo riflettere.
Un bacio e una buona serata a te*
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@ CLE che commento stupendo!
Grazie di cuore.
Ti abbraccio ^^
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@ HAPPYSUMMERS talvolta accade, Giusi.
A livello “filosofico” sono con te, però a livello pratico sarebbe stato forse meglio se lui avesse trovato il coraggio per dichiararsi.
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Concordo….ciao…piccola Ale.
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Che peccato…
Non vivere l’amore, quando lo possiamo fare…
anche se…
un racconto bellissimo ma molto triste!
Un gros bisou ma chère et bonne soirèe
Michelle
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@ SALVATORE RIZZI ciao, grande Sar ^^
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@ VENTIDIPRIMAVERA autolesionismo, direi. Ma è più comune di quanto non si pensi.
E’ un racconto triste, lo so: come il mio attuale stato d’animo (serata pessima!)
Grazie!
Bisous, chèrie 🙂
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In amore la gioia e il dolore corrono un’estenuante maratona.
Il vincitore si vedrà solo alla fine e quella molte volte lascia l’amaro in bocca.
Questa amarezza però é stemperata dagli anni di gioie che a Viviana son state regalate.
Pur nella secca crudeltà di una parola c’é un mondo d’amore che per troppo pudore é rimasto sepolto, pur riuscendo a dare un frutto prezioso.
Una ragione in più per vivere.
ps: MATRIOSKA E’ VIVO E LOTTA INSIEME A NOI.
Non aggiungo altro!
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ma perché?!!! io davvero non le capisco queste cose, va bene la paura di un rifiuto, ma perché??? Ale sei bravissima, ma sei stata davvero cattiva coi tuoi personaggi! Troppo brava, davvero 🙂
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@ CAPEHORN bello e prezioso il tuo contributo!
Per il P.S. ok 🙂
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@ TARTARUGOLA è “un’accusa” che mi hanno rivolto spesso 😛
Grazie, amica mia ^^
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Ciao dal vecchio Sar.
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Uffy Alessandra, si può guarire di cancro se si fanno le cure.
Ti prego non far perdere la luce a Viviana ancora.
Dolcissimo WeeKend
♥ vany
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@ SAR un abbraccione!
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@ ROMANTICAVANY ok, Vany: tu immagina che il racconto sia finito così, con la guarigione di Fabio e un grande amore “reale” per Viviana.
Buon fine settimana a te, stellina*
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Have a sunny, relaxing and joyful weekend,
just a hug,
kisses
Cle
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@ CLE lots of love ^^
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Alle volte, come in questo caso, è auspicabile se non addirittura necessario che si taccia il proprio amore. E’ stato meglio che il cancro abbia messo fine a questa storia.
Brava e molto.
un caro abbraccio e buona serata
beppe
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@ IANNOZZI GIUSEPPE forse il tuo commento può apparire cinico, ma secondo me è invece molto realistico.
Grazie di cuore, Beppe, e un caro abbraccio a te 🙂
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solo il mare riesce ad assorbire l’urto di un dramma…
splendido racconto
grazie per averlo scritto
un sorriso leggermente malinconico
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@ MAURI53 già, solo il mare.
Il mare che io amo tanto, fonte di vita e dove vorrei morire, se mi fosse consentito di scegliere.
Grazie a te! E un sorriso parimenti malinconico.
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Molto triste e molto malinconico. Ma questa purtroppo (può) essere la vita. Baci.
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@ UNIVERS hai ragione: la vita non è buona con tutti.
Kiss*
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Una storia che fa rilettere e pensare…Brava.
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@ PENNABIANCA grazie!
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Un amore è un amore, anche se epistolare.
Tanto, tutti finiscono, “prima” o , con la morte, “poi” .
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@ LILLOPERCASO pessimismo cosmico, Dani?
Allora siamo in due 😛
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Può capitare, brava. intrigante la seguenza delle missive. buonanotte Alessandra
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@ ZEBACHETTI grazie!
Poi mi piace chi spazia per il blog, senza fermarsi all’ultimo post.
Buon pomeriggio ^^
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Non mi sto fermando all’ultimo post.
Questo racconto dimostra come in ciascuno di noi vi siano dei segreti, dei sogni da coltivare, da ingigantire, magari, anche con la fantasia. Per lei tutto era incominciato da quelle lettere, e continuavano i sogni. Poi, l’incontro con lui, e la tragica conclusione! …
Cesare
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Nel blog, che io sappia, non c’è uno spazio libero in cui postare di tutto un po’.
Allora approfitto una sola volta qui, per dedicarti la mia ultima poesia, proprio di oggi.
Una volta letta la potrai cancellare, perché qui non c’entra proprio nulla! …
__________________
NELLA TUA ASSENZA
E’ nel momento della tua assenza
che più avverto la tua presenza,
come se fossi qui tutta viva,
la tua bellezza sento che arriva.
Fatti vicina, con mossa ardita
passami tutto fra le tue dita,
fammi provare quel gran piacere
da assaporare per notti intere.
Splendida sei nel tuo fulgore,
da rimirarti per ore ed ore,
bello il tuo corpo caldo e sinuoso,
e quel tuo seno sodo e formoso.
Ecco ti eleggo come mia dea,
mentre lo sguardo di te si bea,
voglio annullarmi nel tuo infinito,
così pensandoti sempre basito.
Cesare
(scusa per … l’invasione! HAhahahah!)
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@ CESARE no che non la cancello!
Ho letto con attenzione tutti i tuoi commenti più recenti e ti ringrazio per l’attenzione e le belle parole che mi hai dedicato.
Rispondendo a una tua domanda, devo dire che ho “salvato” solo una minima parte – il dieci per cento, credo – del mio blog su Splinder, e ben poco di erotico. Ma, come dici tu, potrei scrivere qualcosa di nuovo in merito.
Ti auguro una stupenda serata 🙂
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Alessandra,
allora ci conto. Posta quello che hai, o scrivi ancora qualcosa di nuovo, e ritroverai l’estro. Mettici tutto quell’ “eros” di cui sei capace, in cui dicevi di trovarti a tuo agio e di essere meglio “ferrata”. Ho voglia di leggerti presto, perché dai primi di luglio, per due mesi, mi sa che sarò assente (pensiero un po’ egoistico!). E se no, corrisponderemo dopo tale periodo.
Sono contento di averti scoperta e di poterti leggere in tutte le tue espressioni. Dici che a volte ti mancano un po’ i dialoghi, ma sei tremendamente brava nel lato descrittivo e discorsivo. Le tue frasi si aprono nella mente, e sembra di vedere ciò che scrivi, come in un film. Voglo dire che in quello che scrivi, prima lo vivi, e poi lo trasferisci nello scritto.
Non hai ripreso il discorso su quella …”donna bruna, alta, con grandi seni e gambe superbe” (hahaha!) che un giorno hai incontrato, e nemmeno hai espresso un parere, da me richiestoti, sul maschio in genere.
Sarà per la prossma risposta.
Ti ricambio l’augurio per una stupenda serata!
(smile)
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@ CESARE a presto, allora, e grazie dal profondo del cuore.
I maschi? Sono simpatici…
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A presto leggerti, Alessandra. Tu devi solo sapere che sei molto brava! Tutto il resto viene da solo!
Ciao, bella!
(Besous)
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Alessandra,
eccoti un’altra mia poesia, questa volta d’ “eros”.
Non voglio invadere i tuoi spazi, per cui sarà l’ultima,
ma non poteva mancare, su un tema anche per te non indifferente.
EROTICS GAMES
Passaggi di mano
sul totem eretto
di mia prateria.
L’assaggio profondo
dei tuoi altari aperti
d’umore bagnati.
Ne stillo ogni goccia,
emana il tuo ventre
sentore di me.
Cesare
(L’io ed il tu sono usati, naturalmente, in modo generico).
_________
D’accord? … 🙂
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@ CESARE sei bravo!
Bisous
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Ti ringrzio, è un “divertissement”, come si suol dire, dove al posto della “mano” potevo scrivere anche “lingua” (hahahahah), ma non importa.
Piuttosto, leggendoti, mi pare abbia detto che pure tu hai scritto qualche poesia. Nel tuo blog sarebbe bello ne lasciassi qualche traccia, perché di te sia più completo. Pensaci, Alessandra!
Così scrivi da ragazzina, brava! Addirittura hai scritto romanzi horror. La tua personalità è delle più impreviste! Horror, Eros, in mezzo raconti vari, adesso spionaggio, e che più vuoi scrivere! …
Sei sempre più interessante! E ricordati della promessa che mi hai fatto!
Troi bisous …
da porre dove vuoi tu!
( ma che sfacciato! …)
[IMG]http://i48.tinypic.com/34yoenl.gif[/IMG] (risata)
Cesare
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la gif della risata non è riuscita! …
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@ CESARE in genere, ho buona memoria 🙂
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Non ne dubito!…
allora subito
… un altro bacio! 🙂
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