Il ricordo della tragica fine di Nicole Parker non abbandonava Lodge.
Al contrario di Monica, Nicole non lo aveva attratto fisicamente, ma l’aveva stimata e la considerava una donna eccezionale. Si chiese se anche Monica sarebbe crollata in una situazione simile. Forse no, si disse. Poi allontanò il pensiero, ripetendosi che Matrioska non aveva intenzione di ucciderla, né di torturarla.
Il problema era un altro.
Avrebbe consegnato Massoud al russo?
Certamente no, e per due buoni motivi: il primo, che comunque non era in grado di farlo; il secondo, che la sua missione aveva la precedenza su tutto. Anche sulla vita di Squire.
E allora?
Matrioska non si sarebbe lasciato ingannare, di questo era consapevole: perciò quali alternative aveva?
Una sola.
Ucciderlo.
Esitò a lungo, fissando il fuoco che ardeva.
Matrioska era legato e Monica non era una sprovveduta; inoltre le tracce sul terreno indicavano chiaramente che era stata una terza persona a liberare il russo. E all’improvviso capì chi era: l’afghano che lo aveva aiutato a trovare Massoud. Ciò complicava ulteriormente le cose.
Alla fine prese una decisione. Disse ai tre guerriglieri che erano con lui che l’indomani avrebbero dovuto risalire la montagna. Li avvisò che era un’impresa pericolosa, però aggiunse che avrebbero dovuto fare rumore in modo che Matrioska potesse avvistarli al più presto. Lui lo avrebbe preso alle spalle. I Mujaheddin annuirono. Non avevano paura e volevano vendicare il loro amico.
Come una caccia alla tigre, pensò Lodge, e in effetti il paragone era calzante. Molto calzante.
Attesero l’alba. Gli afghani fumavano in silenzio, Lodge rifletteva. La sua mente era attraversata da immagini e sensazioni fugaci: il viso di Sherilyn, il sorriso di sua figlia, il corpo di Monica, la sofferenza patita da Nicole, e infine quel lontano giorno a Roma, quando Matrioska lo aveva battuto.
Siamo alla resa dei conti, pensò. In una maniera o nell’altra, l’epilogo di quella tremenda sfida era vicino. Questione di ore, poi uno dei due sarebbe morto.
Quando sorse il sole, diede il comando. I guerriglieri si alzarono imbracciando i Kalashnikov. Si preannunciava una giornata torrida, il cielo era parzialmente coperto ma questo non impediva al sole di arroventare l’aria. Lodge osservò attentamente la montagna, domandandosi quale direzione prendere.
E poi accadde.
Risuonarono tre spari, in rapida successione. I Mujaheddin crollarono al suolo, esanimi.
Lodge si buttò per terra, rotolando poi su se stesso. Raccolse uno dei Kalashnikov e trovò rifugio dietro a una roccia.
Un attimo dopo vide Monica.
Aveva i polsi legati e avanzava incespicando; alle sue spalle Farrin la pungolava con un pugnale. Poi la costrinse a fermarsi. Con una mano le artigliò i capelli, con l’altra le puntò il coltello alla gola. Il tagiko aveva l’espressione assente, come fosse un automa.
“Getta quell’arma e alzati lentamente.” Matrioska era comparso dall’altro lato. Impugnava la pistola di Monica.
Se obbedisco, è finita, pensò Lodge.
Benché fosse un eccellente tiratore sapeva di avere una sola possibilità su cento, ma era stato addestrato a non accettare mai simili ordini, in nessuna circostanza. Lanciò una rapida occhiata a Monica: era molto pallida però non non dava segno di aver paura, anche se probabilmente era terrorizzata.
Lei ricambiò il suo sguardo con fermezza.
Lodge trasse un profondo respiro.
Poi fece fuoco.
Farrin barcollò, e Monica si slanciò in avanti, gettandosi a terra.
Lodge si voltò di scatto verso Matrioska e sparò di nuovo.
Nello stesso istante, il russo mirò alla sua testa e premette il grilletto.
Sonja e Tamara si sedettero su una panchina.
“Anzi, sicuramente era così, visto quello che accadde dopo.”, disse Sonja, riprendendo il filo del discorso. “A un tratto, il siberiano parve incespicare. Poi ritrovò l’equilibrio, ma per poco. Cadde rovinosamente e picchiò la testa sul marciapiede. Da quanto ricordo, morì sul colpo.”
Sonja fece una pausa, come per raccogliere le idee. “Io non avevo mai visto un uomo morire, e lo stesso valeva per Aleksandr. Ero frastornata, sconvolta, confusa. Osservavo quel corpo senza vita, vedevo il sangue; pensai di soccorrerlo, sebbene ormai fosse inutile. Guardai mio fratello. Pur essendo la maggiore, in quel momento mi affidai a lui. Aleksandr aveva un’espressione impenetrabile. Fissava il cadavere. “E’ meglio andare.”, disse dopo qualche istante. Si allontanò e io lo seguii. Camminammo per un lungo tratto. Aleksandr era taciturno, io ancora in preda allo sgomento. Uscimmo dalla città e ci addentrammo in un bosco. Lì l’aria era tiepida e profumata. Chi era quell’uomo? Da cosa fuggiva? E perché era caduto senza una ragione plausibile? Forse aveva bevuto o forse era drogato. Erano domande inutili: qualsiasi fosse il motivo, non lo avrei mai saputo. Ci sedemmo sotto a un albero. Compresi che Aleksandr era scosso. Probabilmente era pentito per aver lasciato quel poveretto, benché fosse stata una decisione comprensibile: è meglio stare alla lontana dai guai.”
Sonja accese una sigaretta. Aspirò il fumo, quindi scosse il capo.
“Avevo completamente rimosso quello che successe dopo. Fu in carcere che all’improvviso rammentai ogni cosa. Esistono dei giorni maledetti, e quello fu uno dei peggiori della mia vita.”
Fece un sorriso amaro. “Naturalmente, escludendo gli anni trascorsi in prigione.” Scosse di nuovo la testa. “Prima la morte del siberiano, un evento tragico che però ci riguardava solo marginalmente e di cui non eravamo in alcun modo responsabili, e poi…”
Aspirò un’altra boccata di fumo, mentre Tamara la guardava in silenzio.
Vi ricordo il mio nuovo libro, “Alex Alliston”.
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Peraltro, con un minimo di pazienza, troverete su Google molte altre possibilità, con sconti e spedizioni gratuite: sarà sufficiente digitare il titolo del libro.
Perché comprarlo? Credo che sia una buona storia, anche se non starebbe a me dirlo…
Quantomeno, penso che sia la cosa migliore che io abbia mai scritto (o la meno peggio, a seconda dei punti di vista).
Degno dei migliori duelli del miglior western.
Siamo dinque arriati alla resa definitiva? Sappiamo come andò la storia, quella con le ESSE maiuscola, ma questa, così ricca sin ora, di colpi di scena, sento che ha da serbare ancora qualche sorpesa.
Tra quelle rocce si consuma necessaria la lotta tra due uomini, che esprimono due visioni politiche, due mondi contrapposti, che fanno della lotta il modo migliore per non volersi comprendere.
Perché odiarsi é più semplice. La paura dell’altro é un mezzo per non spendersi, non ammettere le proprie contraddizioni, non ricercare le verità dell’altro e confrontarle con le proprie.
Gli eroi sono tali solo se muoino, ma chi dei due é veramente l’eroe di questa saga?
Neanche dalla lunga quasi confessione di Soja, apprendiamo quanto di eroico ci sia stato nel gesto di difesa di Aljosha. Anche perché gli anni bui e terribili erano ancora liì da arrivare. Eppure il gesto non viene compreso ancora e bene per la diromepenza e per le dinamiche che andrà a creare.
Una mano di carte giocata con intelligenza, che aumenta e tiene sempre alta l’attenzione sulla vicenda, nella sua interezza.
ps: a questo punto BUONA PASQUETTA, che oggi … volge al desio 🙂
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@ CAPEHORN che grande commento!
Monica Squire è l’unica, secondo il mio parere, ad avere piena consapevolezza della realtà (nella fattispecie, Unione Sovietica non “cattiva”).
Non cambierò certamente la Storia, ma la vicenda è destinata a continuare a lungo, per la gioia di alcuni e la noia di altri 😛
Grazie e un abbraccio!
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Buona Pasqua Ale, un abbraccio e un 🙂
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@ SIMONA due abbracci**
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Un intrigo degno dei migliori scrittori/ci. Auguri e saluti da Sar.
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@ SAR grazie di cuore, caro Salvatore!
Auguri a te*
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Mi dispiace che tu debba faticare per entrare da me, almeno sapessi perché? Pazienza, cara, ora sono giunta con l’url che mi hai chiesto e trovo la puntata successiva a questa storia intrisa di spionaggio in piena regola, sei molto brava sai: ti muovi nella narrazione con una disinvoltura, come se avessi esperienza in tal campo. Sono i miracoli della vera passione! La vicenda è sempre più avvincente e porta ad attendere il seguito.
Buona Pasqua, cara Alessandra.
un abbraccio
annamaria
p.s. (vedi ora per lasciare il commento devo cliccare sull’icona di wordpress, dove mi sono iscritta, prima andavo direttamente, invece ora mi chiede dappertutto di ripetere il collegamento con tanto di email, password, quanto stavamo bene alla splinder, meno noie.)
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@ ANNAMARIA ti ringrazio infinitamente e ti mando un grande bacione!
P.S. Strano, però: prima io ero sloggata e ho fatto un tentativo, commentando da anonima, e il commento è apparso. Eh, Splinder… quanti ricordi!
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Intrecci narrativi ben congeniali alla tua fama e soprattutto una scena d’azione e di sparatorie impeccabile. Continua così. Bacio.
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@ UNIVERS grazie, carissimo 🙂
Un bacio a te*
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Dunque siamo alla resa dei conti, forse. Un duello all’ultimo sangue del quale non si conosce l’esito. I ricordi di Sonjia che lasciano qualche dubbio su come si incastrano nella storia.
Il tutto in maniera convincente e avvincente coem solo tu sei in grado di fare.
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR resa dei conti, sì… però, non definitiva. La storia, infatti, continuerà anche dopo il prossimo capitolo.
I ricordi di Sonja dovrebbero far capire perché un ragazzino allegro e affettuoso si è trasformato in un gelido killer.
Grazie di cuore!
E un grande abbraccio a te 🙂
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Un saluto convinto di simpatia. Ciao.
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@ SAR ampiamente ricambiato 🙂
Ciao!
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Il capitolo scorre veloce… segno che l’attenzione è stata catturata. Pronostici su come finirà non ne faccio, stavolta. Non ne ho idea, onestamente.
Il bravo giocatore di carte sa quando è il momento di passar la mano. Aspetterò.
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@ BRUM in ogni caso, finita questa partita se ne aprirà un’altra…
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Tutto ok? Ciao.
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@ SAR a parte il tempo, sì.
Grazie 🙂
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Di certo per niente noioso, sempre più scorrevole,
incalzante, una insieme che si intreccia sempre
più avvincente…
Un bisou ma chère et bonne siorèe!
Michelle
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@ MICHELLE grazie di cuore e un bacio grande grande*
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Metereopatia? Saluti da Sar.
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@ SAR da sempre, caro Salvatore!
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Certe volte, capita anche al sottoscritto, come oggi. Ciao e buona notte.
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@ SAR a me, sempre 😦
Felice notte!
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Avvincente! Soprattutto lo scontro finale! Sempre che siamo davvero alla fine… con te non si puo’ mai sapere! 😉
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST e infatti non siamo alla fine, caro lupo 🙂
Grazie ^^
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eheheh sospettavo! 😉
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@ WOLFGHOST sospettavi bene ^^
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Ciao Alessandra, grazie per il tuo commento!
Ti invito a visitare il mio paese
credo che ti sarà piaciuto :))
Io conosco il tuo bel paese e io lo amo davvero!
Sto viaggiando da oggi fino al giorno 30 di aprile.
Ti auguro una felice giornata, amica mia,
un abbraccio e a presto~~Jussara
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@ JUSSARA quando potrò farlo, per me sarà una grande gioia 🙂
Un grande abbraccio, amica mia*
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Sono disorientato. Tutto può essere….
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@ BRUM infatti 😛
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la resa dei conti …. i vecchi film western in effetti insegnano … perchè non una sfida nelle lande desolate afgane a chi estrae prima la pistola ?
che poi ora non so più per chi tifare .. che questo matrioska mi sta diventando simpatico … per modo di dire… 🙂
Ciaooo!!
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@ POCHEPRETESE la storia comunque non finisce qui, qualsiasi sia l’esito del duello.
Anche a me Matrioska sta diventando simpatico 😛
Ciaoooo e grazie!
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