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MATRIOSKA 21 »

LA SOMBRA DEL VIENTO

21 marzo 2012 di Alessandra Bianchi

Il vento era sempre stato suo amico, forse perché era cresciuto in una città baciata dal Mistral.
Quello era stato il periodo più felice della sua vita. Dato che ormai erano trascorsi parecchi anni, aveva scordato molte cose; altre, tuttavia, brillavano indelebili nella sua memoria, come gioielli preziosi. Ricordava il mare illuminato dal sole, i profili delle navi da guerra americane, che nella sua immaginazione di bambino vedeva attraversare grandi oceani, capaci di sfidare ogni tempesta per poi ancorarsi al largo di un’isola tropicale, in attesa di ripartire per qualche ignota destinazione. Amava le divise di quegli uomini alti e abbronzati, simili agli eroi dei fumetti che leggeva. Ricordava una pistola a pallini con cui si divertiva a colpire le natiche delle ragazze. Una volta le aveva anche prese: ma ancor oggi riteneva che ne fosse valsa la pena.
Bernard interruppe la passeggiata per accogliere una seconda ondata di ricordi. Questi risalivano a un periodo successivo, a una vacanza che non avrebbe mai dimenticato. Cipro li aveva accolti con le calde notti estive, i scintillanti giochi di luce sulle onde mosse dalla brezza, le spiagge interminabili, l’incrocio fra due culture, separate da secoli di ostilità ma in qualche modo vicine.
A Natalie piaceva molto camminare nell’acqua. Bernard sorrise mentre la rivedeva procedere scalza, con un costume bianco che creava uno splendido contrasto con la pelle abbronzata, i capelli biondi che scendevano sulle spalle, gli occhi nocciola che riflettevano la sua voglia di vivere. Erano occhi profondi, capaci di leggere dentro; occhi che, a seconda degli stati d’animo, potevano essere malinconici, dolci, ironici, a volte indecifrabili.
Natalie era la moglie di Bernard, la seconda moglie dopo Sandrine, che era morta a seguito di un incidente d’auto. Sandrine beveva, forse perché il matrimonio non funzionava, e una sera, mentre guidava ubriaca sulla haute corniche, era andata a sbattere contro un camion. Bernard si era sentito responsabile di quello che era successo; aveva attribuito al suo carattere freddo la propensione all’alcool della moglie e, perciò come conseguenza diretta, anche la sua morte. Erano seguiti dieci anni lugubri. In quegli anni, Bernard non aveva mai sorriso.
Poi aveva conosciuto Natalie. Inizialmente le era stato antipatico; inoltre era più vecchio. Ma la vita è strana e in una limpida serata di gennaio, coccolata dallo scirocco, Natalie gli aveva chiesto di sposarla.
Bernard contemplò il mare. Non spirava un alito di vento. Socchiuse gli occhi per proteggerli dal riverbero del sole, e intanto si chiedeva il motivo per cui aveva deciso di tornare a Cipro. Di tornarci da solo. Non trovò una ragione precisa, probabilmente perché non esisteva o forse perché, invece, ne esistevano troppe, alcune chiare, altre nascoste in qualche soffitto buio della sua anima. Girò lentamente la testa e osservò la costruzione di legno che si stagliava in fondo alla spiaggia, prima di un promontorio che celava la vista di un porticciolo di pescatori e, oltre, di un piccolo paese costruito a ridosso del mare. “E’ un antico covo di pirati.”, aveva detto a Natalie un giorno che si erano spinti fino al termine del litorale per noleggiare un pattino. Quella mattina erano andati al largo e, al ritorno, avevano pranzato davanti alla spiaggia. Bernard era felice. Gli sembrava impossibile esserlo, poiché aveva giurato a se stesso che non lo sarebbe più stato. Lo considerava il prezzo da pagare per la sofferenza di Sandrine, per quel male di vivere che l’aveva indotta a cercare rifugio nei drink, e che alla fine l’aveva portata all’appuntamento con il camion.
Non merito nulla, pensava Bernard. E non desidero nemmeno nulla, soltanto un lungo oblio scandido dai rintocchi del tempo, un tempo avaro e gramo, che conduca all’unica meta accettabile. Quella definitiva.
Ma adesso era felice, sebbene avesse quasi paura di quella gioia, che non riteneva di meritare. Poi aveva pensato che comunque l’espiazione era stata lunga, era durata dieci anni: era insensato che diventasse lo scopo di tutta una vita, o almeno della seconda parte di una vita. Ora c’era Natalie, e nel vento che le scompaginava i capelli, egli ravvisava una sensazione di déjà vu, con la sostanziale differenza che non era più un bambino, e che soprattutto non era più solo.
Quel pomeriggio le regalò un materassino galleggiante, a forma di delfino. Mentre Natalie scorazzava, contenta come una bimba, nella piscina dell’albergo, Bernard la guardava incantato, stupendosi per l’intensità dei suoi sentimenti.
Alla sera andarono a cenare in un ristorante affacciato sul mare. Esplorarono stradine misteriose che si intrecciavano o divergevano, senza una logica apparente; comprarono dei souvenir e camminarono tenendosi per mano, mentre la luna piena guidava i loro passi e tracciava scenari suggestivi sulla superficie scura del Mediterraneo.
Tornarono in albergo e fecero l’amore. Quella notte, Bernard comprese che aveva raggiunto il punto più alto della sua esistenza. Che il tempo dei rimorsi e dell’apatia era finito; che lo attendeva un lungo cammino illuminato dalla luce dorata del più bello fra gli autunni. L’inverno è ancora lontano, si disse proseguendo nella metafora. Mi aspettano giorni speciali: quei giorni intessuti di comunanza, di complice appartenenza, che rappresentano il vero senso di una vita che sia degna di questo nome.
Io non chiedo altro.
Bernard si riscosse dai suoi pensieri e lasciò la spiaggia, risalendo stancamente il sentiero che portava all’albergo.
Rientrò in camera e prese il libro che aveva letto in quell’estate lontana. Talmente lontana che per un istante dubitò di averla vissuta veramente. Sfogliò le pagine del volume. Le ultime erano state sciupate dall’acqua, perché un mattino il libro gli era scivolato di mano, cadendo in un rigagnolo. Per qualche ragione, quelle pagine rovinate raddoppiavano il valore del romanzo. Per qualche ragione… per un’unica ragione: perché in quelle due settimane, radiose di sole e di vita, con lui c’era stata Natalie.
Il giorno prima di ripartire per la Francia erano tornati al porticciolo. Fu allora che finì l’amicizia fra Bernard e il vento.
Il destino si diverte a gettare i dadi a caso: sebbene taluni sostengano il contrario, i numeri che escono non formano quasi mai una combinazione sensata. O, forse, esiste una graduatoria sconosciuta, che divide il genere umano in due categorie, e quella accarezzata dalla fortuna è composta da pochi eletti, il più delle volte non meritevoli dell’appoggio della sorte.
Quel mattino il vento soffiava con rabbia; proveniva dall’Asia e aveva scelto l’isola come bersaglio. Animato da una collera cieca, scaraventava le onde sulla spiaggia; il mare era tutto un susseguirsi di cavalloni, mentre in cielo le nuvole correvano a ovest per sfuggire alla violenza delle raffiche. Erano giunti a metà del molo e si erano fermati per assistere allo spettacolo della natura infuriata, quando Natalie si girò sorridendo per dire qualcosa a Bernard. In quel momento fu investita da una folata micidiale. Bernard la vide ondeggiare, simile a una pianta esile e aggraziata. Tese una mano per sorreggerla, ma mentre Natalie si protendeva per afferrarla, vacillò, rimase per un istante in equilibrio precario, quindi precipitò su uno scoglio. Picchiò la testa e morì sul colpo.
Quanti anni erano passati da allora? Quanta tristezza aveva accumulato, ora dopo ora, nell’amaro percorso che era stato costretto a seguire?
Bernard posò “L’ombra del vento” sul comodino.
Non sapeva perché un libro così bello gli avesse portato in dono la morte.
E non sapeva nemmeno perché lui fosse ancora vivo.

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Pubblicato su racconti | Contrassegnato da tag racconti | 56 commenti

56 Risposte

  1. su 21 marzo 2012 a 08:47 lillopercaso

    Uh…, lo elimino subito dalla mia libreria!
    A me accadde una cosa buffa: Derubata da un tale in metrò mentre leggevo un pocket tipo Il re dei ladri; primo mio pensiero: Si vede che l’aveva letto prima lui di me 😀 !!

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  2. su 21 marzo 2012 a 08:50 lillopercaso

    Ps: Intesomale non mi ha risposto, poi, su ‘Salice piangente’. Se passa, sappia che m’interessa il suo parere.

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  3. su 21 marzo 2012 a 10:12 Tartarugola

    personalmente a me l’ombra del vento non è piaciuto come libro e non credo che leggerò gli altri, ma si tratta di un’opinione tutta mia! Il tuo racconto non è male, anche se prediligo i lieto fine devi dire che non mi è dispiaciuto, ma non è dei tuoi migliori, indugia un po’ troppo nelle descrizioni e c’è una ridondanza che allontana il finale in modo inizialmente piacevole, ma poi un po’ fastidioso… almeno per gli impazienti come me!

    Spero che le mie osservazioni non ti abbiano disturbata, sappi che comunque ti stimo moltissimo

    Un abbraccio

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  4. su 21 marzo 2012 a 10:20 brum

    Molto… molto bello.
    Un appunto: i pallini si usano per le cartucce. La parola giusta è “piombini” (e fanno parecchio male pure quelli). Io per le ragazze usavo dei proiettili di gomma (ahahahah). In genere si usano quelli, nelle pistole ad aria compressa.
    Una considerazione: non ci si può sentire in colpa per quei motivi. In primo luogo… le colpe si dividono sempre in due; secondo, Natalie poteva semplicemente lasciarlo… o trovarsi un altro. Ubriacarsi è stata una sua scelta… o una sua debolezza, comunque.

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  5. su 21 marzo 2012 a 16:10 mauri53

    intenso …nella vita si hanno vari abbandoni che prendiamo sempre come accanimento verso di noi da parte di un destino beffardo ma …forse è solo la vita

    un sorriso
    Mauri

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  6. su 21 marzo 2012 a 18:17 Simona

    Mi piace come scrivi Alessandra 🙂 Dolce Serata 🙂

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  7. su 21 marzo 2012 a 18:37 Alessandra Bianchi

    @ LILLOPERCASO sei sempre fortissima, Dani!
    Vediamo se Intesomale passa.

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  8. su 21 marzo 2012 a 18:47 Alessandra Bianchi

    @ TARTARUGOLA “L’ombra del vento” è uno dei libri più belli che io abbia mai letto – quasi un classico dell’Ottocento, ma scritto ai giorni nostri. Però, come giustamente osservi, questa è solo una mia opinione personale.
    Per quanto riguarda il mio racconto, le tue osservazioni non mi hanno assolutamente disturbata: se ricevessi sempre e solo elogi, vorrebbe dire che non sono umana, come sosteneva una certa menestrella su Splinder 🙂
    Un bacione^^

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  9. su 21 marzo 2012 a 18:51 Alessandra Bianchi

    @ BRUMBRU come sempre, non ti ringrazio perché so che la cosa ti infastidisce. Anzi, nutro il forte sospetto che fosti tu a spararmi sulle natiche, circa dieci anni fa, in Puglia.
    Pallini o piombini… però non cambio: per una volta l’impaginazione è venuta perfetta, come non accadeva da tempo.
    Sono d’accordo con te su Sandrine.
    Besos!

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    • su 22 marzo 2012 a 09:20 brum

      Ho fatto un controllo, mi sò sbagliato. “pallini” va benissimo. Solo che nel caso delle “soft air gun” sono in plastica. Le cose son cambiate, dai tempi miei. Noi usavamo dei “gommini” (o così li chiamavamo…). Quindi nun ce provà. Non sò stato io a spararti…

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  10. su 21 marzo 2012 a 18:56 Alessandra Bianchi

    @ MAURI è proprio come dici tu. Ma ciò potrebbe portare a un lungo discorso proprio sulla vita e sui destini diversi.
    Un sorriso e un grazie a te*

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  11. su 21 marzo 2012 a 18:59 Alessandra Bianchi

    @ SIMONA ti ringrazio, cara Simo!
    Un abbraccio * ___________ *

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  12. su 21 marzo 2012 a 19:53 salvatore rizzi

    Le cose qui menzionate, per paradosso, spesso sono il crinale vero e concreto di tante unioni, che comunque cercano (i contraenti) di tenere in piedi la situazione, lo stesso. Sempre brava e capace. Saluti da Sar.

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  13. su 21 marzo 2012 a 21:00 romanticavany

    Si bravissima e capacissima!!!!
    Complimenti.

    Spring.

    Springtime is the land awakening.
    The March winds are the morning yawn.
    ♥ vany

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  14. su 21 marzo 2012 a 21:12 newwhitebear

    Un bellissimo racconto che commento sempre volentieri.
    Delicato, profondo e stimolante.
    Un caro abbraccio

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  15. su 21 marzo 2012 a 21:16 Alessandra Bianchi

    @ SAR spesso attingo alla realtà per i miei racconti.
    Un caso saluto, “vecchio” Salvatore 🙂

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  16. su 21 marzo 2012 a 21:26 Alessandra Bianchi

    @ ROMANTICAVANY grazie, e buona primavera!!!!
    (La mia stagione).

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  17. su 21 marzo 2012 a 21:29 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR un abbraccio grande e un sentito grazie!

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  18. su 22 marzo 2012 a 09:32 uriel_e=mc2

    Riesci sempre ad emozionarmi. Complimenti 🙂
    PS: ricambio l’abbraccio
    U.

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  19. su 22 marzo 2012 a 11:48 salvatore rizzi

    Non avevo dubbi. Ciaoooo…!

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  20. su 22 marzo 2012 a 17:42 ventidiprimavera

    Coinvolgente, bello, bellissimo, letto in un baleno..
    peccato per questo finale, ma sentivo che non sarebbe
    stato felice… Per esperienza la felicità non dura mai a lungo…
    E poi il destino cosi strano e imprevedibile, se decide a metterci lo zampino…..

    Je te souhaite ma chère un super printemps..
    Gros bisous
    Michelle

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  21. su 22 marzo 2012 a 18:34 Alessandra Bianchi

    @ BRUMBRU per questa volta ti credo 🙂
    Ok per pallini, allora ^^

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    • su 23 marzo 2012 a 08:38 brum

      Essì, mi credi solo quando ti conviene… 😉

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      • su 23 marzo 2012 a 18:38 Alessandra Bianchi

        @ BRUMBRU veramente parlavo delle mie natiche…

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      • su 26 marzo 2012 a 07:41 brum

        Ahahahah… Naaaaa, non ho mai sparato alle belle ragazze…

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      • su 26 marzo 2012 a 07:42 brum

        Ma nemmeno a quelle brutte, ehhhhhhh? Solo lucertole…

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  22. su 22 marzo 2012 a 18:36 Alessandra Bianchi

    @ URIEL grazie!
    E un caro saluto.

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  23. su 22 marzo 2012 a 18:38 Alessandra Bianchi

    @ SAR un salutone, “vecchio” Salvatore!

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  24. su 22 marzo 2012 a 18:41 Alessandra Bianchi

    @ MICHELLE è la mia stagione e ricambio di cuore l’augurio.
    Sulla felicità concordo con te.
    Bisous, chèrie*

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  25. su 22 marzo 2012 a 18:43 Alessandra Bianchi

    Non so il perché ma sembra una buona notizia 🙂

    marzo 22: Your best day for likes on “anneheche blog”

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  26. su 22 marzo 2012 a 20:27 salvatore rizzi

    Sei sempre una persona a modo, con me. Ciaoooo….

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  27. su 22 marzo 2012 a 21:33 Alessandra Bianchi

    @ SAR anche tu!

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  28. su 22 marzo 2012 a 22:34 wolfghost

    Anche questo lo hai recuperato? Non ricordo di averlo letto prima… Comunque è… triste, ma molto ben scritto. Chissà perché ho immaginato che alla fine il protagonista si sarebbe suicidato…

    http://www.wolfghost.com

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  29. su 22 marzo 2012 a 22:42 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST lupo! Mi stupisco della domanda 😛
    Perché mi conosci bene 🙂
    Grazie, caro*

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    • su 23 marzo 2012 a 23:44 wolfghost

      ahahah vero! Pero’ mi hai sorpreso, visto? 😉

      http://www.wolfghost.com

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      • su 23 marzo 2012 a 23:55 Alessandra Bianchi

        @ WOLFGHOST beh, ogni tanto 🙂

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  30. su 23 marzo 2012 a 18:40 capehorn

    Sembra che il vento riporti nelle sue folate le stesse cose, gli stessi accadimenti, tali da rivivere le medesime esperienze. In questo caso identici dolori.
    Non avendo letto il libro cui ti riferisci, posso solo immaginare come le trame siano speculari.
    Poi naturalmente l’autrice ci mette del suo e compie variazioni sul tema.
    In ogni caso una lettura affasciante.

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  31. su 23 marzo 2012 a 19:16 Alessandra Bianchi

    @ CAPEHORN grazie, Carlo!
    No: il libro è solo uno spunto, perché la trama è del tutto diversa.

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  32. su 23 marzo 2012 a 23:33 quou

    Belle folate di aprole.

    Certo che se facessi finire sugli scogli qualche suocera ogni tanto, invece del grande amore, non sarebbe male.

    Ciao, Capoccia.

    Quou

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  33. su 23 marzo 2012 a 23:34 quou

    “aprole” = “parole”

    Bye

    Quou

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  34. su 23 marzo 2012 a 23:39 Alessandra Bianchi

    @ QUOU però, così sarebbe quasi divertente 😛
    Ciao, Mr. Papp!

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  35. su 24 marzo 2012 a 12:14 pochepretese

    triste triste … e mi non venute in mente un paio di cose ..

    … un detto “è meglio aver avuto che aver da avere ..”

    …e una testo di una canzone (bellissima) .. “La stanza in cui vivo, è un dado,
    ma non ho abbastanza mani, per tirarlo lontano”

    a presto
    pp

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  36. su 24 marzo 2012 a 17:00 alessandramonamour

    Ciao Ale, sono schizandra, ricordi? son tornata anche qui!!!!bacioneeeee

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  37. su 24 marzo 2012 a 17:08 Alessandra Bianchi

    @ POCHEPRETESE due citazioni veramente azzeccate!
    Felice serata ^^

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  38. su 24 marzo 2012 a 17:10 Alessandra Bianchi

    @ ALESSANDRAMONAMOUR ciao, carissima!
    Due grandi bacioni a te**

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  39. su 24 marzo 2012 a 20:04 Iannozzi Giuseppe

    Sono d’accordo su “L’ombra del vento”, con Alessandra. Ma dirò di più: Carlos Ruiz Zafón è uno dei pochi scrittori moderni che val oggi la pena di leggere. I suoi romanzi però durano sempre troppo poco: il fatto è che m’incanta, attacco a leggere e in un meno d’un niente mi trovo ad aver esaurito tutte e quattrocento le pagine. Una giornata è volata ma che orgasmo.

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  40. su 24 marzo 2012 a 20:07 salvatore rizzi

    Ricambio con simpatia.

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  41. su 24 marzo 2012 a 20:11 Alessandra Bianchi

    @ BEPPE caro amico, con me sfondi una porta aperta. Condivido del tutto la tua opinione.
    Un abbraccio 🙂

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  42. su 24 marzo 2012 a 20:14 Alessandra Bianchi

    @ SAR reciproca ^^

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  43. su 24 marzo 2012 a 20:15 Iannozzi Giuseppe

    Bernard un po’ mi somiglia, non per le mogli però. In ogni modo anch’io mi divertivo a tirare pallini sui sederini delle ragazze. ^__^ Ma anche perché le donne che bene o male ha amato, lo lasciano: sia Sandrine che Natalie lo lasciano da solo, in maniera tragica. Con la prima non funzionava e lei muore in un incidente stradale; la seconda, Natalie, sembra essere la donna della sua vita e difatti lo è, ma il destino è crudele, il vento se la porta via. Par quasi che il vento porti via a Bernard Natalie per vendetta, perché non fu capace d’amare Sandrine. Bernard non ha saputo avere cura di Sandrine! Non così Daniel Sempere, il protagonista de “L’ombra del vento” che sceglie il suo libro, uno di un misconosciuto Julian Carax e lo difende fino all’ultimo.

    Bello, mi è piaciuto.

    Buona serata,

    beppe

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  44. su 24 marzo 2012 a 20:50 Alessandra Bianchi

    @ BEPPE Daniel si dimostrò grande, anche se io ho adorato Julian!
    Forse hai ragione sul vento. Certo è che la vita è crudele con molti e troppo buona con pochi.
    Però, ne ignoro il motivo.
    Grazie di cuore*

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  45. su 25 marzo 2012 a 10:41 ombreflessuose

    Cara Alessandra, quando m’ arriva, l’odore del mare,il soffio del vento, un
    destino nel mezzo e la tua “scrittura, non poso far altro che dirti : Brava
    Un abbraccio
    Mistral

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  46. su 25 marzo 2012 a 15:34 Alessandra Bianchi

    @ MISTRAL in effetti, la parola “Mistral” ricorre spesso nei miei post 🙂
    Grazie e un grande bacione!

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  47. su 26 marzo 2012 a 17:53 Alessandra Bianchi

    @ BRUMBRU povere lucertole 😦

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  48. su 28 marzo 2012 a 16:49 Univers

    Un racconto che racconta del vento, del destino… velato di tristezza. Ottimo, non oserei chiederti di meglio.

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  49. su 28 marzo 2012 a 17:26 Alessandra Bianchi

    @ UNIVERS il tuo parere mi fa veramente piacere, caro amico!

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I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
    I miei libri
    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

  • Il mio primo libro

  • Il mio secondo libro

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