Aleksandr lanciò un’altra occhiata a Monica Squire e perse la concentrazione che faticosamente aveva ottenuto. Forse a causa del calcio che la donna gli aveva sferrato alla testa o forse perché lei gli rammentava sua sorella.
Non fisicamente ma per la determinazione, il coraggio, la forza.
La sua mente tornò a vagare nel passato. I ricordi che aveva scacciato riaffiorarono. In particolare uno di essi, al quale era legato un secondo che era più importante.
Aleksandr aveva ucciso per la prima volta un uomo a sedici anni.
Fu allora che scoprì di non conoscere la paura e di non temere il dolore. Sonja, sua sorella, aveva due anni più di lui. Entrambi eccellevano negli studi, con voti largamente superiori alla media, anche se lei prediligeva le materie letterarie e lui quelle scientifiche. Sonja non era esattamente bella – sicuramente meno di Aleksandr – però era attraente e soprattutto possedeva fascino da vendere. Aveva uno spirito romantico che a lui non apparteneva o che forse in seguito avrebbe riversato sul suo rifugio, sul dragone e sulla baia protetta dai venti.
Kasparas era un poliziotto.
Aveva corteggiato invano Sonja, e quando era diventato troppo insistente lei lo aveva deriso. Lui l’aveva picchiata selvaggiamente, quindi l’aveva arrestata per possesso di stupefacenti. Naturalmente non era vero, ma Kasparas le aveva riempito le tasche di droga, e la sua parola valeva più di quella di una ragazza qualunque: Sonja era stata incriminata e condannata a una severa pena detentiva.
Aleksandr aveva saputo tutto questo da Ivan, un amico che lavorava alle dipendenze di Kasparas e che lo disprezzava.
In una gelida serata invernale, Aleksandr aveva atteso che Kasparas finisse il suo turno, poi lo aveva seguito.
Kasparas non era russo, bensì lituano, e durante la seconda guerra mondiale aveva collaborato con i nazisti. Essendo molto scaltro, era riuscito a farla franca e si era arruolato nella polizia dell’Unione Sovietica. Come la maggior parte dei russi, Aleksandr era razzista e disprezzava i popoli inferiori: in particolare quelli asiatici ma anche quelli baltici, che erano un incrocio mal riuscito fra diverse etnie. Ma ciò non aveva nulla a che vedere con quello che fece. Aleksandr voleva solo vendicare Sonja e si sarebbe comportato nello stesso modo con chiunque, anche con un nativo di Mosca.
Nel cielo brillavano poche stelle, simili a luci spettrali; la luna era nascosta. Spirava un vento freddo, e Aleksandr pensò che presto sarebbe nevicato. La neve gli evocava i ricordi dell’infanzia, quando giocava con Sonja. Rammentava un grande pupazzo che avevano costruito assieme e le guancie di lei, rosse per l’eccitazione. C’erano anche altri ricordi, ma non era il momento di indulgere ad essi.
Aspettò che Kasparas imboccasse una via scarsamente illuminata, quindi agì. Come un’ombra, si portò alle sue spalle. Con sé aveva un pugnale dalla lama affilata. Kasparas, però, era munito di una pistola e di un pesante manganello che sapeva usare assai bene. Aleksandr lo colpì alla schiena. Kasparas era corpulento – amava mangiare e bere bene -, ma sotto agli strati di grasso nascondeva muscoli poderosi. Malgrado Aleksandr lo avesse pugnalato con tutta la forza che aveva, Kasparas si girò di scatto e lo prese alla testa con il manganello. Aleksandr barcollò, tuttavia senza cadere. Evitò una seconda bastonata e, mentre l’altro cercava di avvinghiarsi a lui, gli aprì un profondo squarcio nel ventre.
Kasparas finì a terra, chiedendo pietà. Aleksandr lo osservò mentre moriva.
Quando Kasparas dopo un ultimo rantolo cessò di respirare, Aleksandr si voltò per andarsene, ma in quel momento sopraggiunsero due poliziotti. Per la sua età, Aleksandr era molto forte, però anche i poliziotti lo erano: si accanirono su di lui con ferocia, finché Aleksandr non perse i sensi.
Nei giorni seguenti continuarono a picchiarlo, più per sadismo che per vendicare il loro collega.
Aleksandr non emise mai un gemito.
Dmitriy lo conobbe nella lurida cella dove era stato rinchiuso in attesa della condanna a morte. “Ecco un bastardo che ti avrebbe fatto comodo.”, commentò uno dei due poliziotti che lo avevano arrestato. Dmitriy stava per passare al KGB. Scrutò incuriosito il volto tumefatto del giovane. Gli riferirono che non si era mai lamentato, non aveva pianto né supplicato. Era come se avesse la capacità di estraniarsi dalla realtà, di andare lontano con la mente; inoltre, aveva un’altissima soglia del dolore.
Dmitriy lo prese a calci fin quando Aleksandr non svenne. Aleksandr non lo implorò di smettere, non gridò, non cercò di sottrarsi: si limitava a fissarlo con uno sguardo gelido. Dmitriy lo guardava, pensoso.
In un certo senso, quel ragazzo gli faceva paura.
Nella settimana che seguì, rifletté a lungo. Prese informazioni su di lui. Secondo gli insegnanti, aveva un’intelligenza straordinaria: eccelleva in ogni materia senza aver bisogno di studiare, gli bastava seguire le lezioni con attenzione. Anche la sorella era speciale, dissero. Dmitriy parlò di Aleksandr al suo nuovo capo. Ricevuto il suo assenso, chiese ad Aleksandr se gli sarebbe piaciuto lavorare nei servizi segreti. Aleksandr desiderava servire la sua patria e, in ogni caso, era meglio che essere giustiziato.
Quattordici anni dopo, fu convocato da Vladimir Putin. Putin gli annunciò che aveva ottenuto la grazia per Sonja e gli propose di entrare nei quadri dirigenziali del KGB. Aleksandr lo ringraziò per aver tolto la sorella di prigione, ma declinò l’offerta: preferiva restare un agente operativo.
Putin rimase profondamente impressionato da lui e da quel giorno seguì con attenzione tutte le sue missioni.
Ma Sonja non uscì dal carcere.
Proprio mentre le veniva concessa la grazia, una detenuta cercò di violentarla e Sonja la uccise. Non erano cose infrequenti, anzi in prigione accadevano piuttosto spesso, ma quasi sempre la vittima accettava passivamente la sua sorte per evitare guai peggiori. In genere, erano le donne più fragili e minute a essere prese di mira, e questo non era il caso di Sonja. Probabilmente era stata sottovalutata. Ciò poteva essere dipeso dal fatto che negli ultimi tempi era apparsa abulica e distaccata. Era uno spirito libero e mal sopportava quella vita d’inferno; sognava spazi aperti, e rimpiangeva la visione del cielo, la compagnia delle amiche, la pulizia del corpo, le piccole gioie quotidiane che in quel triste luogo le erano negate.
Sonja aveva lottato per difendersi, non per ammazzare. Purtroppo, nel corso della rissa, l’altra aveva picchiato violentemente la testa contro il pavimento ed era deceduta sul colpo. Putin fece in modo che Sonja non venisse condannata a morte, ma non poté evitarle l’ergastolo.
Però promise ad Aleksandr che, qualora fosse entrato in politica – come aveva intenzione di fare – e si fosse fatto strada, avrebbe provveduto a liberarla.
Vi ricordo il mio nuovo libro, “Alex Alliston”.
Chi volesse acquistarlo clicchi qui: http://www.booksprintedizioni.it/libroDett.asp?id=905
Alex Alliston è reperibile anche su ibs.it, su www.deastore.com, su www.libreriauniversitaria.it o, tramite ordinazione, presso la vostra libreria di fiducia.
(Secondo ultimabooks.it: ambientazione gotica e romantica).
Brava! Ogni altro commento sarebbe superfluo 🙂
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@ URIEL grazie di cuore!
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Eccellente!!!!
Un caro saluto
Claudio ♥
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Bravissima!!! Buona Domenica Alessandra 🙂
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E’ come dire e concordo, che il “comunismo-reale” in quei paesi non ha lasciato tracce, mio malgrado. Sempre brava nel dispiego. Saluti da Sar.
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quasi tutte le donne che leggo nei tuoi testi non sono esattamente belle, ma hanno fascino… come mai?
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Ben scritto, veloce e diretto: i personaggi sono tratteggiati in maniera essenziale e questo conferisce loro credibilità; troppi dettagli avrebbero compromesso l’azione e l’intrigo che sono gli ingredienti base di questo lavoro che stai portando avanti, cara Alessandra.
Sonja è un personaggio che riflette il malumore dilagante nella Russia odierna, ahinoi, tiranneggiata da un Putin sempre più antidemocratico e sempre più vicino alla pazzia di Stalin. C’è una cosa che forse è uguale per un po’ tutti i paesi: le prigioni; quando uno ci finisce dentro deve pagare in natura, o in altro modo; o come Sonja difendersi e rischiare, dimostrando così all’avversario di starci davvero stretto nel ruolo di vittima.
Attendiamo le prossime puntate e mosse.
Buona domenica 😉
beppe
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Quoto Intesomale. E nel caso fosse così, approvo in pieno.
http://allegriadinubifragi.wordpress.com/
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@ CLAUDIO ti ringrazio molto!
Un caro saluto a te ^^
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@ SIMONA grazie mille*
Un abbraccio 🙂
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@ SAR “vecchio” Salvatore concordo senz’altro con te.
Ti ringrazio e ti auguro un buon proseguimento di domenica ^^h
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@ INTESOMALE in realtà, Nancy, Monica e Joan sono belle – mi riferisco al mio romanzo “Alex Alliston”. In genere, sono comunque affascinanti: hai ragione.
Mi rendo conto che non è una scelta “politically correct”, ma credo che ai lettori questo piaccia.
Per carità, poi magari sbaglio!
Ciao.
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@ BEPPE sono molto contenta che questo capitolo ti sia piaciuto. Giustamente, lo stile di scrittura è volutamente veloce e diretto perché funzionale al testo (almeno così mi auguro).
Trovo molto interessanti – e vere – le tue considerazioni finali.
Un caro abbraccio 🙂
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@ ALLEGRIA DI NUBIFRAGI allora ti rimando a ciò che gli ho risposto.
D’altro canto, sbagliato o giusto che sia, questa è una cosa che vale per la maggioranza dei libri e dei film.
Un sorriso per te*
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Ecco come si spiega che l’ “apparato”, quando non vuole spezzarti, trova il modo di “usarti”.
Come da un amore male inteso e interpretato con violenza, nasca un male ancora più forte e distruttivo e la maledizione continua, come un gorgo infernale nel quale la salvazione é ben lungi da arrivare.
Una “damnatio” dalla quale non si esce se non attraverso il proprio sacrificio finale.
Capito sofferto ed ispirato. Tra i primi della mia personale classifica.
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@ CAPEHORN naturalmente ho letto e apprezzato i contributi al post precedente, pur senza intervenire dato che non mi sembrava il caso.
Ottima analisi, la tua, tornando a “questo” post.
E notevole soddisfazione da parte mia per la tua riga finale.
Non era un capitolo facile da scrivere, anche a causa del salto temporale; ma sicuramente rientra anche fra i miei preferiti.
Grazie!
P.S. Oddio, “Matrioska” non si starà trasformando in un altro romanzo interminabile? 😦
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Non é soltanto un problema di “salto temporale”. L’influenza della letteratura russa, da te tanto amata si sente ed é giusto così.
Le cose che si amano non si possono lasciare da parte, soprattutto quando influenzano al meglio i nostri pensieri.
Interminabile “Matrioska” ? Secondo me non ne ha i connotati, adesso come adesso é giusto che spiri in un bel racconto lungo.
1000 pagine? Si può fare.
Con l’epoca giusta tra le mani,l’idea ad “hoc”, con calma e pazienza.
La prova l’hai già superata con “Alex”.
Quindi l’allenamento c’é.
Facci un pensierino e poi …
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Un altro romanzo interminabile? :O
Patientia pedibus subiecta vicissim obteritur, nos exaequat victoria caelo
Εύδημος της Ρόδου
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@ EUDEMO DA RODI un altro “Alex Alliston” (570 pagine) per intenderci.
Che poi il mio sogno sarebbe quello di scrivere un libro di 1000 pagine 😛
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Cara Alessandra, si legge senza sosta, come un drink ben fresco in un
pomeriggio d’estate
“Squisito”
Un abbraccio
Mistral
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@ MISTRAL sono lusingata, cara!
Un abbraccio grande a te * __________ *
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Ricambio con simpatia. Salvatore.
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@ SAR che i tuoi sogni siano felici, questa notte ^^
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La notizia si è sparsa in tutto il mondo “accademico”.
1000 pagine? 😦
Come possibile?
Cosa succede?
Svendita di penne, matite?
Avanzi, cospicui di quaderni, nei magazzini?
Uso di “sostanze strane”?
Può darsi che tu stessi scherzando. per questo motivo regali, anche, qualche momento di allegrezza.
Ma 1000 pagine no!
Fosse presente Socrate, ma anche Platone e Plutone, non sarebbero così indulgenti.
Sì, questa storia è bella, scritta bene, ha una sua struttura (anche stilistica. Certo una Licia Troisi potrebbe far di meglio. Auspicabile una “proficua” collaborazione. Hai visto mai?)
Ma da qui a scrivere 1000 pagine, insomma, questa più che letteratura … diverrebbe un crimine contro l’Umanità.
(E poi si dovrebbe contattare l’ONU e mandare i soldati della coalizione e approntare viveri e vettovagliamenti e iniziare a corrompere tutto quello che potrebbe essere corruttibile. Ti rendi conto quanto verresti a costare? Si dovrebbero programmare dei bombardamenti “intellgenti” sulla tua Matrioska a colpi di: “Cronache del Mondo Emerso, Le guerre del Mondo Emerso, Le Creature del Mondo Emerso, I Tramezzini e i Toast del mondo Emerso e anche le patatine fritte del Mondo Emerso”, tutti tardati Troisi).
Non è giusto!
Mi appello alla carta dei diritti umani.
Facciamo cinquanta pagine “piccole” e non se ne parla più.
Confidiamo tutti.
Riposati, passeggia, prendi un gelato, ma fa rilassare il polso!
Buona notte
Senòfane di Colofone
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Senofane di Colofone, sei uno spasso ! Mi hai fatto ridere a crepapelle . Bravo!
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Diverse considerazioni, alcune delle quali riferiti ai commenti:
Non credo si debba “limitare” un romanzo. Interminabile o no, (quantitativamente) la sua vera lunghezza è quella percepita. I tuoi racconti scorrono via veloci.
Il fascino, secondo me, è la bellezza percepita (scusa la ripetizione…), dunque quella che conta davvero per ciascuno di noi (ed in tal senso… è mutevole e soggettiva). E’ dunque un grado superiore rispetto alla bellezza, che da sola non conta nulla. E’ quasi un superlativo, sia pur nella sua soggettività. Non capisco dunque perchè tu la ritenga scorretta…
Ah: capitolo particolarmente bello, che aprirebbe ad una serie di considerazioni su come la violenza, in sè… possa in realtà essere giudicata in maniera diversa a seconda delle cause che l’hanno provocata.
Quest’uomo apparentemente insensibile e senza scrupoli sotto sotto un’anima ce l’ha, dunque….
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Un capitolo avvincente e ricco di nuovi intrecci. L’andare a ritroso del protagonista fa comprendere meglio il personaggio e il perché della sua scelta professionale. La storia è aperta a nuove evoluzioni, forse Sonia entrerà nella vicenda? Comprenderemo meglio in seguito, vero cara Ale.
Buon inizio settimana
un abbraccio
annamaria
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Dimenticavo, dopo una serie di tentativi, mio marito è riuscito ad acquistare il tuo libro a suo nome. Appena mi arriva te lo comunico.
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E le altre? Ciao e saluti veri.
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Cara la mia ragazza, troppo lodata, troppo incensata e troppo ammirata, devo dirti che un difettuccio ce l’hai anche tu……
Sì, insomma, qualunque cosa tu scriva ti riesce così bene che non si può fare a meno di prenderne atto. Sbagliassi qualche volta, un raccontino noioso, qualche errorino…..ma così…….non è giusto, ecco!
Esigo che la prossima volta tu scriva una cagata pazzesca, capito? Qualcosa che faccia dire a tutti “però anche lei ha i suoi limiti”
Dopodichè non posso che farti i miei complimenti come al solito.
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@ Senòfane di Colofone sto morendo dal ridere 😛
Un po’ di allegria ci vuole!
Ma Licia Troisi no, grrr!!!!
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@ BRUMBRU ma che splendido commento!
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Seeeee, me lo sò fatto scrivere apposta da Horn!!!!!!
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E non mi ha ancora pagato. 😛
Poi dicono …
😀 😀 😀
Poi dicono che non sono capaci di metterenero su bianco le emozioni vere e i sentimenti profondi
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@ BRUMBRU nutrivo dei dubbi, infatti… 😛
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Non s’era detto pagamento a 30 giorni a tasso zero, Cape?
@Anna: tu li nutrivi, forse… ma io ero quello che cucinava. (ecco… questo commento invece l’ho scritto io, s ivede?)
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@ ANNAMARIA innanzi tutto, grazie a tuo marito! Forse sarebbe stato più semplice con IBS.
Riguardo a “Matrioska”, in effetti è possibile che Sonja entri nella vicenda… senza dimenticare la moglie di Lodge; ma qui mi fermo.
Ancora grazie e un bacione*
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@ SAR eh eh eh 🙂
Beh, ieri mi riferivo a ieri.
Ma l’augurio è comunque esteso a tutte le notti ^^
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@ SUZIEQ leggendo l’inizio del tuo commento mi sono un po’ spaventata, poi ho sorriso – e sto sorridendo ancora.
Sei troppo buona, cara!
P.S. Vedrò di accontentarti 😛
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Ehi mica parlavo sul serio!
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@ SUZIEQ io sì ^^
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Meno male, mi hai tolto un peso….ciaoooo….
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Un capitolo tosto pieno di ricordi innescati da un collegamento tra Monica e la sorella.
Hia descritto con bravura e abilità eventi e pensieri, rendendo partecipe il lettore di quanto succede nella narrazione.
Aspetto con curiosità come proseguirà e come Monica e John si comportano. In questo momento è Alekzndr il vero protagonista.
Un grande abbraccio
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Ci sono poche cose da dire, da aggiungere:
solo che lo trovo sempre più bello, interessante, avvincente e ricco
di contenuti….
Sei bravissima Alessandra!!
Un affettuoso abbraccio!
Michelle
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@ SAR altrimenti che amica sarei?
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@ NEWWHITEBEAR grazie, carissimo!
Aleksandr… figura enigmatica…
Un abbraccio ^^
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@ MICHELLE merci!
Bisous, chèrie 🙂
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Non avevo dubbi. Ciao e buona notte.
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@ SAR happy dreams*
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Altro capitolo interessante, intenso, ben scritto, senza troppi fronzoli (del resto mantieni il tuo stile dopo tantissime pagine). Cara, vorrei ribadirti che la lunghezza a volte non può essere un limite, anzi… (almeno nel tuo caso diretto). Baci e au revoir.
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@ UNIVERS grazie mille!
E baci a te ^^
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@ BRUMBRU sì 🙂
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Fetente. Potevi anche negare….
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@ BRUMBRU non mi piace mentire 🙂
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Neanche a me. Infatti t’ho chiamata fetente.
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il capitolo ha un ritmo serrato che coinvolge tanto. sempre brava!
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@ FANTASIA e tu sempre buona!
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Ho appena scoperto che adesso devo essere logato per poter commentare! 😛 Per fortuna basta l’indirizzo e-mail, probabilmente grazie all’iscrizione a gravatar 😉 Meno male perche’ con grande sorpresa ho scoperto che… qualcuno (direi un danese o uno svedese) si e’ gia’ accaparrato “wolfghost” su WordPress! 😮
Comunque ti avevo scritto che questo capitolo e’ molto bello e fa parteggiare un po’ di piu’ per Matrioska 🙂 E poi anche che… 14 anni (e non era finita) per detenzione di sostanze stupefacenti? 😮 Ci vanno duri li’, eh? Certo che poverina… una vita in carcere senza aver commesso nulla… 😦
http://www.wolfghost.com
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@ WOLFGHOST io non credo di aver cambiato nulla delle mie impostazioni. Ultimamente hanno commentato anche degli anonimi…
Beh, “wolfghost” è un gran bel nome 🙂
Ci vanno duri sì, caro lupo!
Grazie ^^
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@ BRUMBRU eh eh eh 😛
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Aleksandr un personaggio incredibile, assassino freddo e intelligente e crudele. Peccato che queste persone non si accorgano poi di essere usate da uno ancora più forte e potente di lui stesso. Brava costruisci dei personaggi fuori dal comune. Un abbraccio ^_^
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@ DOLCELEI beh, sicuramente Aleksandr rientra fra i miei preferiti, assieme a Phil Weir, Carrick e Alex Alliston.
Grazie, cara!
Un bacione ^^
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eccoci nel passato a cercar di capire la storia del russo … e mentre pensiamo al passato, il presente rimane lì .. in sospeso …
brava
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@ POCHEPRETESE grazie, carissimo!
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