Aleksandr si chinò per osservare qualcosa sotto di sé.
La pallottola di John Lodge gli sfiorò la testa.
Lodge aveva un’ottima mira, però non aveva previsto che il russo si muovesse proprio in quel momento. Aleksandr si voltò di scatto e Lodge sparò di nuovo. Lo mancò ancora. Aleksandr fece fuoco a sua volta e l’americano vacillò. Tese il braccio per sparare nuovamente, ma un attimo dopo scivolò e stramazzò al suolo.
Aleksandr si avvicinò. Sapeva di averlo ferito ma sapeva anche che non l’aveva ucciso, dato che aveva mirato in basso. Prima di morire, Lodge doveva parlare.
John cercò di raccogliere la pistola. Con un calcio Aleksandr glielo impedì: l’arma finì lontano. Si mise a gambe larghe sopra a Lodge e lo guardò freddamente. In un certo senso era ammirato, perché era riuscito a sorprenderlo alle spalle, mai nessuno prima di allora era arrivato a tanto.
“Monica Squire sta per morire.”, annunciò con voce piatta. “Una morte atroce.”
Lodge lo fissò senza ribattere.
“Tu puoi impedirlo.”, continuò il russo.
John pensò a Monica. Al suo coraggio, alla sua determinazione… al suo fascino. Benché non ne fosse del tutto sicuro, non riteneva di essere stato ferito in maniera grave e non avvertiva molto dolore. Per un momento meditò di rialzarsi e di saltare addosso al suo nemico. Oppure di fargli uno sgambetto. Ma, se avessero lottato e se lui avesse vinto, avrebbe decretato la condanna di Monica: non dubitava minimamente delle parole di Matrioska. “Cosa vuoi da me?”, gli domandò stancamente.
“Quando tornerà Massoud?”
“Non lo so.”
Aleksandr gli sferrò un potente calcio allo stomaco.
“Quando tornerà Massoud?”
Lodge trasalì per il dolore, ma si impose di non gemere.
“Non lo so.”
Questa volta Aleksandr mirò all’inguine. Lodge si contorse e per un istante sperò di perdere i sensi. La sofferenza era insopportabile.
Ma lui era un agente della CIA, addestrato a combattere contro il dolore, a estraniare la mente e a non arrendersi mai, in qualsiasi circostanza. Vide partire un nuovo calcio, diretto alla testa; però non fu questo a indurlo a cedere.
Non poteva accettare che Monica morisse.
“Fra due giorni.”, gridò.
Aleksandr evitò di colpirlo.
“Quali sono i suoi piani?”
Lodge respirava affannosamente. Faticava a ragionare con chiarezza. Si sentiva avvilito e sconfitto. Tutti gli sforzi e i pericoli che aveva corso per cogliere Matrioska di sorpresa si erano rivelati inutili. Forse se si fosse fatto aiutare dagli afghani le cose sarebbero andate diversamente; era stato incauto e troppo sicuro di sé. In ogni caso, biasimarsi non serviva a nulla.
“Quid pro quo.”, mormorò.
Aleksandr gli rivolse uno sguardo interrogativo.
Lodge si sforzò di spiegare. In effetti si era espresso in un gergo tipicamente inglese e se anche Matrioska avesse conosciuto il latino – e lo riteneva improbabile – quella frase non c’entrava niente con la lingua degli antichi romani. “Do ut des.”, provò comunque.
Matrioska conosceva il latino. “Bene.”, disse. “Se mi comunicherai ciò che Massoud ha in animo di fare, vi lascerò liberi. Tutti e due. Naturalmente ve ne andrete subito da qui.”
In realtà, avrebbe ammazzato Lodge.
“Va bene. Prima, però, voglio vedere Monica.”
Aleksandr lo fissò, pensoso. Poi decise di acconsentire a quella richiesta: se la donna fosse morta, Lodge non avrebbe parlato. Avrebbe potuto torturarlo per ore, ma era certo che l’americano avrebbe resistito a qualunque supplizio, e lui avrebbe perso inutilmente del tempo prezioso.
“Alzati.”, disse. “Ti porto da lei.”
Lodge si strappò i pantaloni per esaminare la ferita, notando con sollievo che non c’era traccia di sangue arterioso. Fece una medicazione di fortuna, utilizzando il laccio emostatico che portava sempre con sé (come qualsiasi militare americano), quindi si tirò su e zoppicando si incamminò nella direzione indicata da Matrioska. Il russo lo seguiva a pochi passi di distanza con la pistola puntata sulla sua schiena. Percorsero in senso inverso il cammino che Aleksandr aveva intrapreso, mentre controllava le mosse di Lodge. Quando giunsero al termine del lastrone, il sole scomparve dietro le cime delle montagne. Si alzò un vento freddo e sferzante. Nel cielo c’erano ancora poche stelle, ma la luce della luna garantiva una buona visibilità.
“Siamo quasi arrivati.”, dichiarò Aleksandr.
Fu allora che un’ombra si materializzò all’improvviso alle sue spalle.
Vi ricordo il mio nuovo libro, “Alex Alliston”.
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Capitolo breve ma intenso. Jhon ha la peggio ma non perde la lucidità più di tanto. Alekzandr è in vantaggio. Ma di chi sarà l’ombra che si materializza alle spalle?
Complimenti. Aspetto il seguito
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR ti ringrazio molto!
Domenica prossima sapremo a chi appartiene l’ombra.
Un caro abbraccio ^^
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Sempre coinvolgente e incisivo.
Gradevole e scorrevole da leggere.
Lieta serata.
Un caro saluto.
Mehregiah
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Mi è sembrato, via via, di scorrere tutta la pregevolissima letteratura mondiale del settore.
Il colpo schivato chinando il capo (Frederick Forsyth – Il giorno dello sciacallo – 1971 – quando il Gen.Charles de Gaulle evita il proiettile sparato, appunto dallo Sciacallo);
“Tu puoi impedirlo” e scena (Joe Haldeman – Al servizio del TB II – 1978 – Quando Otto McGavin, alias Ramos Guaiana, compie un gesto simile contro “L’infante”);
“addestrato a combattere il dolore” e seguenti (Murray Leinster – L’orrore di Gow Island – Philip, colpito più volte, grazie al durissimo addestramento CIA, isolava il dolore in un solo punto del corpo, grande come la punta di uno spillo, fortissimo e lo allontanava, lentamente a due millimetri dalla pelle esterna al corpo stesso: “Prova a torturarmi adesso, bastardo!”);
“Quid pro quo” il più famoso slang inglese/americano, latinizzato (Thomas Harris – Il silenzio degli innocenti – “Quid pro quo, agente Starling; quid pro quo Clarice: Senti ancora, di notte, l’urlo degli agnelli pronti per il macello?”);
E mi fermo qui.
Emozione e interesse per un brano, questo, che ha dato un forte colpo di coda, grazie ad una azione degna di Phil Weir!
Che Allah ti protegga, ma quelli da me, umilmente citati, vissero l’intensità del tempo in cui scrissero. Erano coevi alle loro storie. Tu scrivi con la leggerezza di un racconto, l’interesse di un romanzo, l’elevazione del sentimento quotidiano e la presenza, descrittiva, dell’azione.
Un vero talento.
Se penso che questo talento esplode, ogni giorno, tra le righe di un racconto o di una storia, sempre diverso e sempre poliedrico, ringrazio l’Ineffabile di avermi fatto nascere mentre si esprime una Supernova.
أنا أقول إن الأغنية التي كتب، أحببته. حصلت على الاسلوب وكنت جيدة للغاية.
المجاملات
صداقة
مكتوب من قبل صنعاء، اليمن
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@ MEHREGIAH grazie di cuore, mia “prima” amica di wordpress!
Un abbraccio*
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@ Abdurrazag Tazer Danzen io non ho parole, veramente! Non so proprio se merito simili, straordinari, elogi, e tali importanti riferimenti: so soltanto che mi riscaldano il cuore. E questa sera ne avevo davvero bisogno!
Grazie dal profondo della mia anima * __________ *
Che Allah sia con te!
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M’è parso di assistere ad un film di 007, con tutti gli intrighi del caso. Cari saluti dal solito Salvatore.
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@ SAR è un magnifico complimento!
Ti ringrazio, “vecchio” Salvatore 🙂
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colpo di scena, contro colpo di scena, contro colpo del contro colpo di scena!
Intenso e bello!
Domenica …. sarà girl power? … vedremo ….
PS: ottima idea il post domenicale, si crea una specie di attesa, una specie conto alla rovescia, ottima idea!
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@ POCHEPRETESE salvo imprevisti, la domenica è sempre riservata a “Matrioska”, mentre al mercoledì posto dei racconti “singoli”. In questo modo penso di poter accontentare sia chi ama questa storia, sia chi invece non è attratto dalle vicende a puntate.
Ciò detto, grazie… e vedremo se sarà girl power…
Buona serata ^^
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hai tanti stili così diversi l’uno dall’altro… uno strano caleidoscopio di colori e toni chiari e scuri che in qualche modo mi conquista, sapori di granita e sapori di sangue… ma ho iniziato a leggere da metà… cattivo, intesomale, cattivo. Dall’inizio, devo leggere!
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@ INTESOMALE credo proprio che tu abbia ragione. Non so se questo sia un bene o un male, però è vero che ho stili diversi. Nascono dal tipo di narrazione che mi prefiggo, oppure – nel caso dei racconti “singoli” – dai miei stati d’animo.
Quello che è certo è che mi è piaciuto molto il tuo commento.
Grazie!
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Stavo per parlare dei vari colpi di scena, ma mi hanno preceduto. Pareva di essere in un film…. ecco. E tenuto conto che è un racconto, mi pare un bel complimento.
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P.s.: fatto.
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@ BRUMBRU direi un grande complimento!
Buona giornata ^^
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@ BRUMBRU 2 🙂
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Buongiorno, cara Ale, puntata avvincente che lascia col fiato sospeso, a chi apparterrà quell’ombra? Come sempre sei una narratrice con i fiocchi, complimenti!
buon inizio settimana
un bacio
annamaria
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@ ANNAMARIA grazie, amica mia!
Un bacio e buona settimana a te*
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Un sincero…ciaoooo!!!!!!!!!!!!!
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Stupendo episodio Alessandra, piacevole,
avvincente, interessante, emozionante…
Più si va avanti e più si è incuriositi dall’evolversi
lasciando un forte desiderio di curiosità…
Complimenti!
Un gros bisou ma chère et bonne soirèe!
Michelle
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@ SAR vista l’ora, buon appetito!
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@ MICHELLE ti ringrazio moltissimo.
Spero che la storia in futuro non deluda.
Bisous*
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Una puntata condotta con maestria sul filo del brivido.. Complimenti!
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@ URIEL grazie mille!
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Quando uno dice che l’imprevisto quì è di casa, non sbaglia.
Oltre alla suspence, che ha sempre fluito in questo racconto sin dall’inizio, questa dose di imprevedibilità segue una logica ferrea . Non si cerca il colpaccio per compiacere la platea. Questa é sorpresa per come causa ed effetto sono collegate in maniera così ferrea da renderle inevitabili e fa dire sul momento o a posteriori: é vero, é giusto, non poteva essere divrsamente. Chissà perché non ci avevo pensato!
Già! Perdersi il gusto della sorpresa?
No, aspetto domenica; ogni maledetta, benedetta domenica, per assaporare la miglior sorpresa (oggi é martedì, ma é come se fosse …)
ps: OT :ordinato il 24 febbraio, giunto il 28 febbraio.
Chapeau all’editore..
Ora scusa ma ho da chiedere due o tre cose al “Leopardo”.
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@ CAPEHORN le tue parole mi fanno oltremodo piacere, perché non è facile suscitare suspence né risultare credibili nel senso da te indicato.
Baci alla Leonessa!
P.S. ordinato il 24 febbraio, giunto il 28 febbraio: Carrick se ne compiace 🙂
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Come sempre bisogna sentire la storia che si racconta e in qualche modo viverla nella propria mente, nell’intimo.
Cosa che dimostri ogni volta.
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@ CAPEHORN grazie!
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Ti rispondo, buona notte! Ciaooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!
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@ SAR e sogni d’oro a te * __________ *
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Intrighi narrativi appassionanti anche in questa ennesima puntata ricca di spunti di qualità… baci, cara, a presto.
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@ UNIVERS un sentito grazie e un bacione grande 🙂
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Io quoto Cape, a prescindere.
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@ BRUMBRU beh… direi anch’io.
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è davvero un piacere leggerti! brava
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@ FANTASIA grazie!
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aaaah! Interessante! Sei sempre bravissima a mettere il colpo di scena finale e… far restare col fiato sospeso! 😛 😉
Quando si tratta di cose importanti… non mi piace la fortuna, punta a caso, a volte sfavorendo chi avrebbe meritato di vincere. Il russo è stato solo molto fortunato ad evitare quella pallottola, anche se, forse, Lodge avrebbe dovuto avvicinarsi di più visto l’importanza di quel colpo…
Un caro saluto 🙂
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@ WOLFGHOST sottoscrivo quello che dici a proposito della fortuna, tuttavia non sempre essa è cieca…
Ti ringrazio, caro lupo, e ricambio il saluto con pari affetto.
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Emozionanate questa puntata, corro a leggere la prossima per sapere come prosegue..bacioni cara. ^_^
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@ DOLCELEI bacioni a te, amica mia!
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