• Home
  • Chi sono

Lady Alessandra

Feeds:
Articoli
Commenti
« MATRIOSKA 13
MATRIOSKA 14 »

VUOI GIOCARE CON ME? DI PAPPINA E ALESSANDRA

25 gennaio 2012 di Alessandra Bianchi

ALESSANDRA: LA CASA IN RIVA AL MARE

Conosci la solitudine?
Io l’ho conosciuta da bambino. Ricordo lunghi pomeriggi trascorsi a giocare da solo in un cortile che mi appariva simile a un carcere. Ricordo tanti libri, letti, divorati, perché mi portavano in mondi incantati e bellissimi. Ricordo le assenze di mio padre e i silenzi di mia madre. Ricordo le sue pastiglie colorate e i professori che mi sembravano cattivi. Spesso soffrivo di mal di pancia, e ancora più spesso i miei compagni di scuola mi deridevano. Poi sono cresciuto e ho affrontato la vita; ho cercato di vincere, ma non ci sono riuscito. Avevo una moglie che adesso è andata ad abitare lontano. Mi piace scrivere, e mi piace anche stirare. Faccio tanti lavoretti in casa, mi aiutano a non temere l’arrivo della sera. Almeno, in parte.
Mi affaccio alla finestra e lo vedo passare. Filippo cammina sempre con un walkman. Forse mi assomiglia. Non conosco i suoi pensieri, non c’è molto che io possa dire di conoscere veramente. Lui è strano. Si alza sempre all’alba. Io invece mi sveglio con il buio, e conto le ore che mi separano dalla luce.
Vuoi giocare con me?
Sicuramente la mamma ti avrà detto di non fermarti a parlare con gli sconosciuti, di non acccettare caramelle o cose del genere. Ma io non sono cattivo e anche tu mi sembri solo. E’ bello qui nel parco. Ci vengo per respirare, per guardare i grandi alberi, il verde del prato, la cupola del cielo. L’aria è buona, sa di primavera, di fiori che sbocciano, di venti misteriosi che provengono dall’Africa. Qui il tempo trascorre più lentamente, anche se prima o poi le ombre si allungheranno sul sentiero. E arriverà il tramonto. Ho tanta paura, sai? Ho sempre avuto paura, sebbene cercassi di mascherarla, di vestirmi da guerriero per lottare contro il fantasma che mi segue passo dopo passo. Il vuoto. Parlo troppo difficile? Hai ragione. Però, ti prego, non avere paura di me. Noi due ci assomigliamo; ma il tuo futuro sarà migliore del mio. Troverai certamente una brava ragazza, forse la sposerai. Non ti alzerai all’alba come Filippo, e non conterai le ore che ti separano dall’alba.
Vuoi giocare con me?
Quando ci conosceremo meglio potrei condurti nel bosco; lì esistono posti strani e meravigliosi. Se avremo fortuna potremmo vedere gli gnomi oppure una volpe argentata. E se incontrassimo il male, lo straccerei con la fantasia. Per te riuscirei a farlo.
Altrimenti potrei raccontarti una favola. Ne conosco tante, ma non solo: io so anche inventarle. Quando scrivo mi dimentico della paura, dell’oscurità, della solitudine che mi opprime come se fosse un macigno che pesa sul cuore. Ascolto anche molta musica, benché a volte mi renda ancora più triste. Quando la musica è vera ti entra nell’anima, evoca ricordi e crea suggestioni crudeli che hanno il sapore delle lacrime. E’ come se all’improvviso tu ti ritrovassi nudo. Nudo al cospetto di te stesso. Sto morendo da quando sono nato e me ne accorgo solo adesso. Ma tu  conoscerai giorni più felici. Hai degli occhi buoni, buoni ma tanto malinconici. Non essere triste: sono certo che riuscirai a farcela; diventerai un uomo leale e generoso, la tua vita sarà serena, avrai una casa comoda e spaziosa con grandi finestre che si affacceranno sul mare. Nei miei sogni, c’è sempre il mare. E sono convinto che se il destino non mi fosse stato avverso, ora vivrei in un piccolo paese sotto a una collina. La mia casa sarebbe vicina al porto. Un piccolo porto, qualche peschereccio, poche barche a vela; e una strada parallela alla spiaggia. La mia casa sarebbe piena di fiori e di piante, e avrebbe le tende azzurre. Con me ci sarebbe Elisa. Alla sera, tornando dal lavoro, il buio sarebbe dolce, e la musica non così triste. Scriverei storie che parlano di leoni e di cacciatori, oppure fiabe di principesse e di elfi. La notte sarebbe calda, e il mattino radioso. Alla domenica andrei a passeggio con lei, mano nella mano, gli occhi di entrambi fissi sull’orizzonte luminoso. Il mare attraversato dai bagliori del sole, accarezzato dalla brezza di sud-ovest, scintillante di vita. Lei si toglierebbe le scarpe e camminerebbe scalza, ridendo come può farlo una bambina. Io la osserverei con il mio sorriso più trasparente. Poi la abbraccerei.
Vuoi giocare con me?
Sì.

PAPPINA: PSICOPATOLOGIA DELLA PAPPA QUOTIDIANA

Non si finisce mai di imparare
Non si finisce mai di mettere a posto
Per esempio i sanitari del bagno di una certa età (L’Entropia dell’Universo)
Stirare non è male: ho comprato un ferro da stiro con una piastra che è la morte sua
Sto morendo da quando sono nato e me ne accorgo solo adesso
Come inizio non c’è male
Non si finisce mai di pagare
Fare sesso allunga la vita
Potrei morire prima del previsto
Aveva camminato tanto sulla spiaggia, ma tanto. Finché non era finito coi piedi nell’acqua e aveva sentito il freddo ed il bagnato e aveva scoperto che poteva continuare a camminare e che aveva un certo tono. E che il veleno era la cosa più facile del mondo. Crearlo, tenerselo dentro, farlo crescere. Il veleno si poteva creare dal nulla. A buon mercato. Ma il veleno era un padrone, non uno schiavo. Un padrone che arrivava travestito da schiavo.
Dove saranno le Alpi Cotiche?
Forse erano le Alpi Cozze
Qualcosa del genere
Vaghi ricordi
Mi sento quasi sempre in ritardo
Come se tutto fosse avanti a me
Il presente gli altri il progresso la vita
E io il necessario conguaglio del tutto, una bolla della scia che c’è perché c’è la nave (nolentes trahunt)
Beh sempre meglio di niente
Il fatto di chiudere le finestre appena sembra che faccia buio. Il fatto del telegiornale. Il fatto di preparare la minestra con le dosi più uguali possibili, tutte le sere. Il fatto degli ottant’anni. il fatto che quelle cose sembrassero un certo ordine, un certo fermarsi. Mentre l’onda dei giorni passati si ingrossava fino a diventare un dolce gigantesco richiamo, rossastro, come un tramonto. Un’onda in cui scomparire, abbracciati.
La vita è quella cosa che più cerchi il sogno e più trovi la realtà, e più cerchi la realtà e più trovi il sogno
Vuoi giocare con me?
Vuoi giocare con me?
Mi senti? Ho detto: vuoi giocare con me?
Era difficile prendere la palla. Era una palla strana con dei pesci colorati. Come erano colorati quei pesci. E quella palla non si lasciava prendere. E poi aveva un modo di cadere. Cadeva e risaltava, cadeva e risaltava e poi d’improvviso si fermava o si nascondeva dietro qualche tenda. Profumava di plastica, ma non sapevo ancora quanto sarebbe durato quell’odore nel mio naso. E non sapevo che un giorno non sarebbe stata più così grande e bella e colorata. E profumata.
Le valigie non si chiudono mai
C’è sempre qualcosa che devi portari appresso
Mi piaceva guardare quei recinti in Trentino
Pali di legno e poi a primavera escono le gemme
Era difficile starsene in silenzio. Ma prima o poi doveva decidersi. Era tutto lì. Spense la tv. La vita cambiava appena, ma restava inutile. Uscì sul balcone. il balcone s’affacciava sul traffico del corso. Rumore e polvere per i primi piani, nessun controviale. Solo rumori per lui. 10.30. Una volta aveva posseduto qualcosa. Aveva capito che le cose inutili sono quelle che valgono di per sé. Che fossero inutili era la migliore garanzia che valessero veramente qualcosa, senza aver bisogno di appoggiarsi a qualcos’altro. E più inutile di tutto, la vita. Quel gioco. Ma ora non aveva molta forza. Una carenza d’organo. Il papà del suo amico balbettava perché gli mancava il potassio. Rientrò in casa. Aveva visto abbastanza. Il rossiccio del paramano e il verde scuro dei tigli. Ritrovò le pareti color crema della sala con un sollievo. Era stanco. Avrebbe voluto dormire e rilassarsi, come dopo l’ipnosi. S’affacciò alla finestra. Vide passare Filippo. Lo conoscevano tutti in città. S’alzava all’alba e continuava a camminare col walkman nelle orecchie. Ammirava la sua disciplina. Forse era una droga come un’altra. Chissà che draghi aveva Filippo in testa. Se li faceva uscire camminando. Era tentato di fare il paragone, tra loro due. Di chi stesse vivendo di più.
Vuoi giocare con me?
Sì.

ti è piaciuto?

  • Reddit
  • Twitter
  • Facebook
  • Stampa
  • LinkedIn
  • E-mail

"Mi piace":

"Mi piace" Caricamento...

Correlati

Pubblicato su racconti | Contrassegnato da tag racconti | 55 commenti

55 Risposte

  1. su 25 gennaio 2012 a 08:54 annamaria

    Buongiorno, cara Alessandra, una narrazione incalzante e coinvolgente. Il ritmo fa entrare nella storia e lascia senza parole: le vicissitudini interiori portano a squilibri che minano l’equilibrio psichico e conducono al mal di vivere, frutto di questa società.
    Complimenti, cara!
    un abbraccio
    annamaria

    "Mi piace""Mi piace"


  2. su 25 gennaio 2012 a 10:02 brum

    Questi me li ricordavo… due bei post.

    "Mi piace""Mi piace"


  3. su 25 gennaio 2012 a 11:16 wolfghost

    … azz!! Per un problema del server non mi e’ partito il commento e cosi’ l’ho perso! grrrrr!!! 😦

    Avevo piu’ o meno scritto che i due scritti sono in piena sintonia, fatto salvo forse per l’inizio del secondo che si discosta un pochetto dallo “stile classico”. Due scritti che mostrano appieno quanto possa essere vasto il pensiero intimista in una vita “normale”, che forse tanto normale non e’…

    Un caro saluto 🙂

    "Mi piace""Mi piace"


  4. su 25 gennaio 2012 a 17:15 Alessandra Bianchi

    I RACCONTI NON DOVREBBERO MAI ESSERE SPIEGATI, TUTTAVIA PER UNA VOLTA FARO’ UN’ECCEZIONE.
    Ascoltiamo la voce di Mr. Papp, al secolo Pappina:
    (Da un’intervista di Caris Wooler).

    CARIS Con te eviterò i soliti argomenti. Ti farò solo un’ultimissima domanda. Secondo la Heche il seguente post è eccezionale; lei si innamorò di te dopo averlo letto e riletto. Per me è incomprensibile, mi perdonerai spero. Ce lo vuoi spiegare?
    PAPPINA Caris, che domandona. Mettiamola così. Avrei potuto scrivere: “Nella mia mente, nella mia carne, si intrecciavano all’epoca pensieri confusi, contraddittori, come un mare estremanente mosso che ribaltava del suo moto anche i suoi strati più profondi. Ogni tanto s’affacciava un’area relativamente calma, piatta, dove pareva potesse esserci una quiete, una morale: un racconto con un significato delineato. Ecc. ecc. ecc.” Ho invece preferito descrivere questi pensieri così com’erano per essere più aderente alla realtà. Per cercare di suscitare in chi mi leggeva, per empatia, per risonanza, le stesse cose che risuonavano in me. La stesssa mia anima spezzettata. MI piace molto anche il bebop. Io credo che Charlie Parker suonasse in una certa maniera per descrivere cosa aveva dentro e non c’era altro modo che suonare note spezzettate e disperate. Non poteva usare modi che ricercassero armonie facili, consuete. Ma armonie di un tipo diverso, che risuonassero della sua particolare vita. Come in Guernica. Si poteva dipingere la morte con una falce e un martello? No, lì bisognava dipingerla con la sua carica di assurdità, di durezze, di spavento. Naturalmente non mi voglio paragonare né a Charlie Parker né tantomeno a Picasso. Uno schizofrenico non può descrivere il suo disagio nei termini di un linguaggio “quotidiano”: per farcelo capire veramente, per cercare di farci entrare nel suo mondo deve parlarci nella sua lingua. La vita è magmatica e il linguaggio deve starle dietro. Seconde me, almeno.

    "Mi piace""Mi piace"


  5. su 25 gennaio 2012 a 17:16 Alessandra Bianchi

    Io, invece, la mia parte non la spiego 😛

    "Mi piace""Mi piace"


  6. su 25 gennaio 2012 a 17:19 Alessandra Bianchi

    @ ANNAMARIA un’ottima analisi, mia cara amica!
    Grazie e un grande bacione da me e da Pappina ^^

    "Mi piace""Mi piace"


  7. su 25 gennaio 2012 a 17:22 Alessandra Bianchi

    @ BRUMBRU ne sono felice*

    "Mi piace""Mi piace"


  8. su 25 gennaio 2012 a 17:26 Alessandra Bianchi

    @ WOLFGHOST il mio è venuto dopo il suo (di lui, egli: spesso lo confondono con “una” Pappina).
    Mi rallegra molto il tuo pensiero riguardo alla sintonia.
    Un caro saluto a te, lupo 🙂

    "Mi piace""Mi piace"


    • su 29 gennaio 2012 a 20:51 wolfghost

      Già, anche io l’ho scampiato per una “lei” visto il nick! 😛 Sorry! 😐

      "Mi piace""Mi piace"


      • su 29 gennaio 2012 a 21:09 Alessandra Bianchi

        @ WOLFGHOST caro lupo, è una vecchia storia che riguarda anche Briciolanellatte 🙂

        "Mi piace""Mi piace"


  9. su 25 gennaio 2012 a 17:57 Claudia

    A che vuoi giocare?
    Facciamo castelli di sabbia? 🙂
    Un saluto*

    Claudia

    "Mi piace""Mi piace"


  10. su 25 gennaio 2012 a 18:26 Alessandra Bianchi

    @ CLAUDIA potrebbe essere un’idea 😛
    Ciao!

    "Mi piace""Mi piace"


  11. su 25 gennaio 2012 a 18:30 semplice1

    Molto coinvolgente il contenuto di questi racconti..che ho fatto fatica a considerare due..ma forse è uno solo? Mi son lasciata “sviare” dagli altri commenti.
    In molti tratti ci ho trovato qualcosa di mio…qualcosa che mi somiglia e che conosco.
    Quando si comincia a manifestare piccoli malesseri, piccole tristezze..c’è un iceberg gigantesco sotto che rumoreggia. Siamo solo l’espressione palese del malessere che serpeggia a tutti i livelli, della decadenza e assenza di cose vere che vorremmo avere..E, allora succede che molti scoppiano..ma non è debolezza o fragilità, io al contrario ci vedo tanta forza. E’ la forza di chi non s’accontenta del “tiramo a capà”, è la forza di chi non delega la felicità alle cose materiali che possiede, è la forza di chi non s’accontenta della mediocrità, è la forza di chi si ribella al grigio ed esige la vividezza dei colori, è la forza di chi rinuncia di tagliuzzarsi con le banalità, è la forza di chi non si fa scivolare l’esistenza come pioggia addosso, è la forza di chi non scende a compromessi, è la forza di chi non considera la vita una somma di anni,è la forza di chi comprende la preziosità della vita.
    Questo lavorio intimo deve solo avere la forza, trovare il coraggio di “uscire” fuori da sè. Molte persone felici, normali, equilibrate…lo sono solo esteriormente.
    Vuoi giocare? Sì.

    "Mi piace""Mi piace"


  12. su 25 gennaio 2012 a 19:20 Alessandra Bianchi

    @ SEMPLICE che commento strepitoso!
    Grazie e benvenuta nel mio blog.
    P.S. I racconti sono due, ma per me è molto appagante il fatto che tu sia dubbiosa al riguardo, dato che non mi considero all’altezza di Pappina.

    "Mi piace""Mi piace"


  13. su 25 gennaio 2012 a 19:41 graziagardenia

    E’ il duetto della solitudine.
    “In nuce” direi che l’essenza sta in “. Faccio tanti lavoretti in casa, mi aiutano a non temere l’arrivo della sera. Almeno, in parte”.
    E’ la fotografia di persone sole, espresso in stili letterari differenti: più descrittivo il primo, maggiormente prosciugato il secondo. Entrambi d’eccellenza. E questo è quello che conta. Non puri esercizi di bella scrittura, ma denuncia di sentimenti.
    Bravi.
    g*

    "Mi piace""Mi piace"


  14. su 25 gennaio 2012 a 20:39 Dolcelei

    Mi è piaciuto molto questo racconto dove la solitudine è compagna di vita. Di persone così è piena la vita, ci stanno attorno, le giudichiamo e forse anche peggio. Ma chi sta veramente male siamo, molto spesso senza sogni e senza voglia di giocare. Molto bello, perchè fa riflettere sulle persone.
    Sono contenta che sei riuscita a commentare da me. Bacioni

    "Mi piace""Mi piace"


  15. su 25 gennaio 2012 a 23:01 newwhitebear

    Due racconti, stesso tema: la solitudine.
    Ormai la soludine fa parte del nostro reale. Un temp si diceva immaginario, ma adesso è realtà e lascia poco all’immaginazione.
    Questo temo è stato svolta a quattro mani, ma appare omogeneo nella sua struttura.
    Complimenti a tutte due.
    Un abbraccio

    PS come posso invitare Pappina a partecipare al Caffè Letterario?

    "Mi piace""Mi piace"


  16. su 26 gennaio 2012 a 19:27 Alessandra Bianchi

    @ GRAZIA ti ringrazio di cuore*

    "Mi piace""Mi piace"


  17. su 26 gennaio 2012 a 19:28 Ventidiprimavera

    Due racconti simili nella loro diversità
    scritti molto bene con uno sfondo di triste solitudine,
    Vuoi giocare con me… io lo leggo come una metafora
    un pò come il parlare con la propria coscienza di ciò
    che si avrebbe desiderato e non è stato, come sogni
    segretamente coltivati ma mai realizzati…..

    Ma forse chissà ..
    questo è quello che il tutto mi ha trasmesso
    Complimenti a entrambe!
    Gros bisous!
    Michelle

    "Mi piace""Mi piace"


  18. su 26 gennaio 2012 a 19:30 Alessandra Bianchi

    @ DOLCELEI hai “fotografato” perfettamente questo post.
    Ti ringrazio e ti abbraccio, stellina ^^
    P.S. Anch’io sono contenta 🙂

    "Mi piace""Mi piace"


  19. su 26 gennaio 2012 a 19:33 Alessandra Bianchi

    @ NEWWHITEBEAR già: la solitudine, amico mio. Amica fedele e perfida…
    Un caro abbraccio!
    P.S. bah… io gli ho scritto su Splinder, ma sembra scomparso.

    "Mi piace""Mi piace"


  20. su 26 gennaio 2012 a 19:37 Alessandra Bianchi

    @ MICHELLE hai colto in pieno la metafora!
    E’ proprio così.
    Grazie da me e dal “signor” Pappina (è un uomo).
    Bisous*

    "Mi piace""Mi piace"


  21. su 26 gennaio 2012 a 19:42 happysummer

    Due racconti che sviluppano lo stesso tema in modo apparentemente diverso masucitamoono uguali, perché uguale è la forte emozione “scompigliata” che suscitano. Bravissimi ti e mr Pappina.

    "Mi piace""Mi piace"


  22. su 26 gennaio 2012 a 19:57 Alessandra Bianchi

    @ HAPPYSUMMER grazie mille, cara Giusi 🙂

    "Mi piace""Mi piace"


  23. su 26 gennaio 2012 a 20:52 romanticavany

    Due parti, due metà, due racconti che scuscitano il sentimento di tristezza, solitudine,riflessione e malinconia. Cosa succede intorno ai tuoi personaggi? C’è un silenzio, un silenzio malinconico. Questa pagina descrive l’infelicità dell’essere soli e all’impossibilità di rimanere tali (tutti hanno bisogno di una persona vicina)C’è una calma apparente che si trascina lieve, credo che i mali di questo secolo siano la mancanza di sogni ed ambizioni e quella che viene chiamata “affollata solitudine” abbiamo praticamente tutto quello che vogliamo a parte le cose veramente importanti quelle che non si comprano. Non siamo mai soli, sempre controllati e circondati di persone ma proprio per questo siamo soli, se noi siamo in mezzo agli altri anche per gli altri noi siamo solo un puntino nella folla, nessuno ci sta veramente vicino e noi non riusciamo mai ad avvicinarci più di tanto a chi ci sta caro perchè la folla ci blocca il passaggio e siamo soli e perduti nella calca della vita.

    Buonanotte cara ale
    ♥ vany

    "Mi piace""Mi piace"


  24. su 26 gennaio 2012 a 21:46 Alessandra Bianchi

    @ ROMANTICAVANY ciò che hai scritto è stupendo!
    Un grande bacio, cara Vany * ___________ *

    "Mi piace""Mi piace"


  25. su 27 gennaio 2012 a 09:00 brum

    Si, son due racconti “tristi”. Ma è una tristezza non priva di speranza, secondo me. Una tristezza di chi non si è rassegnato…

    "Mi piace""Mi piace"


  26. su 27 gennaio 2012 a 09:51 jussaraluna

    Ciao Alessandra, molto bello leggerti
    amica mia:))
    Un bacio e una dolce giornata~~
    Jussara

    "Mi piace""Mi piace"


  27. su 27 gennaio 2012 a 13:39 Lillopercaso

    Mi è rimasto impresso il recinto fatto di pali che fioriscono in primavera: il fatto più concreto, inarrestabile; però è anche l’immagine più surreale, il pensiero che sembra più folle.
    La penso come BRUM: Simbolicamente, potrebbe essere la prigione che si apre. Ma chissà poi com’è veramente per il Pappina.
    E lui, come sta?

    "Mi piace""Mi piace"


  28. su 27 gennaio 2012 a 14:49 fantasia972

    bravissime!

    "Mi piace""Mi piace"


  29. su 27 gennaio 2012 a 16:07 quellidel54

    Ci sono tutti i temi ricorrenti del nostro vivere quotidiano. Solitudine e desiderio di vicinanza con le persone anche quelle più lontane da noi. Il disagio. Non solo di vivere un vita a volte non nostra, quella che sentiamo, che immaginiamo, che vorremmo. Anche il disagio di non riuscire a rapportarci con gli altri. Il disagio che ci procura la nostra solitudine, anche qualla cercata e non solo quella subita.
    Eppure la chiave del superamento, sta nel gioco. Il gioco serve per abbattere i freni, di qualunque tipo. Nel gioco le regole si inventano, si plasmano, si cambiano perché il gioco ci dia la soddisfazione di giocare al meglio. Perché il gioco ci gratifichi e lenisca qual male divivere che ci portiamo appresso. Volenti o nolenti.
    C’é speranza proprio in questo: nel gioco e nell’asserzione positiva di voler giocare.
    Stili diversi ma uguale concretezza. Che dire se non … chapeau!

    "Mi piace""Mi piace"


  30. su 27 gennaio 2012 a 18:48 Alessandra Bianchi

    @ BRUMBRU come sempre, l’interpretazione di un racconto nasce dall’indole chi lo legge, e ogni ipotesi è valida di per sé.
    Forse, in questo contesto, Mr. Papp è più pessimista di me… ma dico forse…

    "Mi piace""Mi piace"


  31. su 27 gennaio 2012 a 18:51 Alessandra Bianchi

    @ JUSSARA un grande abbraccio e l’augurio di una bellissima serata ^^
    Ops… ma forse da te è giorno pieno, amica mia 🙂

    "Mi piace""Mi piace"


  32. su 27 gennaio 2012 a 18:55 Alessandra Bianchi

    @ LILLOPERCASO io non so come stia attualmente Pappina: mi auguro bene, benissimo!
    So solo che per me è un grandissimo scrittore, uno dei più grandi della Splinder che fu.
    Lo scoprii quasi subito, per caso come spesso accade, e mi “innamorai” di lui.
    Un abbraccio*

    "Mi piace""Mi piace"


  33. su 27 gennaio 2012 a 18:57 Alessandra Bianchi

    @ FANTASIA grazie, cara!
    Ma Pappina masculo è.

    "Mi piace""Mi piace"


  34. su 27 gennaio 2012 a 19:02 Alessandra Bianchi

    @ CAPEHORN ecco un’altra interpretazione, assai originale e naturalmente validissima.
    Non posso rispondere a nome di Pappina… ma per quanto riguarda me… più che giochi vedo abissi.
    Magari le cose cambieranno, chi può dirlo?
    E’ inutile guardare al futuro, come diceva Tolkien.
    Grazie, Carlo!
    E baci alla Leonessa * ___________ *

    "Mi piace""Mi piace"


    • su 28 gennaio 2012 a 16:35 quellidel54

      Attendiamo allora una replica anche dall’altro coautore.
      Sarebbe molto interessante e arricchirebbe la conversazione.

      "Mi piace""Mi piace"


      • su 28 gennaio 2012 a 17:45 Alessandra Bianchi

        @ CAPEHORN piacerebbe molto anche a me!
        Gli ho inviato un pvt su Splinder…

        "Mi piace""Mi piace"


  35. su 27 gennaio 2012 a 21:03 Anonimo

    Ti ho ritrovata qui….ti avevo persa con splinder….è davvero piacevole poterti rileggere e quello che scrivi ha sempre un senso, un piacevole percorso, quello della vita di ogni giorno e di tanti di noi…..

    "Mi piace""Mi piace"


  36. su 27 gennaio 2012 a 21:43 Alessandra Bianchi

    @ ANONIMO perché non ti sei firmato?
    Mi sarebbe piaciuto sapere chi sei.
    In ogni caso, grazie!

    "Mi piace""Mi piace"


  37. su 27 gennaio 2012 a 23:22 stefano re

    Come sempre è scritto ottimamente.
    Stefano

    "Mi piace""Mi piace"


  38. su 28 gennaio 2012 a 06:45 jussaraluna

    Ciao Alessandra, grazie~~
    un bacio e auguri de un dolce fine settimana
    Jussara

    "Mi piace""Mi piace"


  39. su 28 gennaio 2012 a 06:51 jussaraluna

    Alessandra, la nostra differenza
    è di 3 ore, perché adesso in Brasile siamo in ora legale,
    ma negli altri mesi abbiamo 5 ore tra noi.
    Un bacio grande, dolce amica:))

    "Mi piace""Mi piace"


  40. su 28 gennaio 2012 a 10:37 salvatore rizzi

    Anche in questo caso, ho avuto la netta impressione di entrare in una sorta di libro dispiegato in immagini filmiche, molto coinvolgenti. Salutoni dal vecchio Sar.

    "Mi piace""Mi piace"


  41. su 28 gennaio 2012 a 15:09 Alessandra Bianchi

    @ STEFANO ti ringrazio, caro!

    "Mi piace""Mi piace"


  42. su 28 gennaio 2012 a 15:11 Alessandra Bianchi

    @ JUSSARA un bacione a te*
    (Adesso ho le idee più chiare sulla differenza dei fusi orari).

    "Mi piace""Mi piace"


  43. su 28 gennaio 2012 a 15:14 Alessandra Bianchi

    @ SAR sono veramente lusingata!
    Un caro saluto dalla “giovane” Alessandra ^^

    "Mi piace""Mi piace"


  44. su 28 gennaio 2012 a 22:11 salvatore rizzi

    Ricambio simpaticamente, Salvatore.

    "Mi piace""Mi piace"


  45. su 29 gennaio 2012 a 21:06 Alessandra Bianchi

    @ SAR ciao, caro Salvatore 🙂

    "Mi piace""Mi piace"


  46. su 30 gennaio 2012 a 17:30 quou

    Ringrazio Anneheche per l’ospitalità e gli immeritati complimenti. Credo che lei ne meriti molti di più, in quanto dimostra una sensibilità ed una attenzione fuori del comune. Lo dico ovviamente a prescindere dal fatto che si parli di me. Ha persino inserito la mia spiegazione del post e addirittura tratta da un altro post! Persona rara.

    Il mio post nasce da esperienze personali (ci sono io, un tizio della città dove vivo, mio nonno, sogni, sensazioni, ecc.) scritto nello stile che ritenevo adeguato. Non mi piace essere oscuro e ancora meno incomprensibile. In generale credo che per rendere bene, ad esempio, il panico, si possa usare lo stile del panico, per così dire, e non uno stile lineare. Naturalmente non pretendo di saperlo fare, ne che sia l’unico modo per farlo: mi sembrava tuttavia il modo più intimo, quello dove mi mostravo con meno mediazioni, il più empatico.

    Secondo me entrambi i post parlano del fatto che a volte la vita ci appare come una bocca che ci tiene tra i suoi denti e ci mordicchia, manco fossimo un nervetto, succhiando il sugo che se ne fa, senza darci alcun agio. E’ difficile non rinchiudersi in una specie di autismo, come bambini in uno stanzone in punizione, la vita che si sente scorrere lontana, irraggiungibile. Se siamo fortunati una voce ci raggiunge, sottile, leggera, oltre il nostro assordante dolore, a prenderci per mano e portarci fuori.

    Ciao a tutti

    P.s. Ero Pappina, qui sono Quou: fa più maschio…

    "Mi piace""Mi piace"


  47. su 30 gennaio 2012 a 18:04 Alessandra Bianchi

    @ QUOU Pappina sei grande!

    "Mi piace""Mi piace"


  48. su 31 gennaio 2012 a 17:48 quellidel54

    In effetti ad un prima lettura il ritmo del racconto così sincopato, lasciava un po’ perplessi. Stile ineccepibile, ma leggerlo dopo la tua semplice spiegazione se ne coglie molto di più l’atmosfera e la carica sentimentale.
    Scelta azzeccata e se lo si rilegge una volta in più, si entra in pieno in quella sintonia empatica che hai voluto trasmettere.

    Un concerto a due mani da standing ovation.

    "Mi piace""Mi piace"


  49. su 31 gennaio 2012 a 18:21 Alessandra Bianchi

    @ CAPEHORN grazie mille, Carlo!

    "Mi piace""Mi piace"


  50. su 31 gennaio 2012 a 19:56 lillopercaso

    La vita mi mastica e risputa, ma la solitudine vera non l’ho mai provata, semmai altri problemi; perché ho avuto -anche se a migliaia di km lontano- persone amate e amorevoli;
    l’ho intravista, mi ha strascicata quel tanto che basta per stringermi il cuore leggendo questo post.
    Ciao Quou, ciao Ale!

    "Mi piace""Mi piace"


  51. su 31 gennaio 2012 a 20:26 Alessandra Bianchi

    @ LILLOPERCASO da un lato sono contenta di ciò scrivi, dall’altro dispiaciuta. Ma, nella maggior parte dei casi, credo che la vita sia così.
    Non in questo racconto, però.
    E nemmeno per quei pochi fortunati cui va sempre tutto bene.
    Ciao, cara!

    "Mi piace""Mi piace"



I commenti sono chiusi.

  • CHI SONO

    Mi chiamo Alessandra Bianchi.
    Amo ballare, nuotare, il sole, il mare e il vento.

    Ho scritto un romanzo,"Lesbo è un'isola del Mar Egeo" (Borelli Editore, collana Pizzo Nero), che era reperibile nelle migliori librerie (Mondadori, Feltrinelli, etc.) e su vari portali (IBS, ad esempio); ma che adesso è esaurito.
    Il libro costava 12 euro.

    Il mio secondo libro si intitola "Sognate con me" ed è una raccolta di racconti, tratti dal mio blog. Costa 10 euro.

    "Alex Alliston" è il mio nuovo romanzo, pubblicato nel mese di febbraio del 2012.

    Il mio precedente blog su Splinder ha superato le 420.000 visite. Desidero ringraziare i molti amici che mi hanno seguita.

    SUL CORRIERE DELLA SERA DEL 25 MARZO 2012, NEL SUPPLEMENTO CULTURALE “LETTURA”, IL MIGLIOR INCIPIT DI UN ROMANZO INEDITO (PAGINA 20):
    La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove.
    ALESSANDRA BIANCHI “MATRIOSKA”

  • Dieci anni di blog: da Splinder a WordPress

    Più di duecento racconti Dodici "serie" (o romanzi) Oltre cinquecento post
  • Alex Alliston
  • Odio e Amo

    Odio
    la falsità, la cattiveria, il razzismo
    Amo
    scrivere al pc, scalza e con una bottiglia di acqua minerale Evian a portata di mano. Guardare le stelle di notte. Esplorare i boschi. Camminare a piedi nudi sulla sabbia
    La mia musica
    Jethro Tull, Led Zeppelin, Jefferson Airplane, Pink Floyd, Grateful Dead, Rolling Stones, Alanis Morissette, Kate Bush, Cranberries, Metallica, Crosby Stills Nash & Young, Doors
    I miei libri
    Mondo senza fine, Delitto e Castigo, Il Signore degli Anelli, Il Maestro e Margherita, Una Giornata di Ivan Denisovic, Il Vecchio e il Mare, L'Ombra del Vento, Il Pendolo di Foucault, La Collina dei Conigli, Il Potere della Spada, I Pilastri della Terra, L'Idiota, Tutti gli uomini di Smiley, La Variante di Luneburg

  • Il mio primo libro

  • Il mio secondo libro

  • Il mio quarto libro

  • Commenti recenti

    ivano f su COME RANDALL FLAGG 27
    Lady Nadia su COME RANDALL FLAGG 27
    Picassa la bestia su COME RANDALL FLAGG 27
    Picassa la bestia su COME RANDALL FLAGG 27
    Picassa la bestia su COME RANDALL FLAGG 27
    Lady Nadia su COME RANDALL FLAGG 27
    Lady Nadia su COME RANDALL FLAGG 27
    Lady Nadia su COME RANDALL FLAGG 27
    Lady Nadia su COME RANDALL FLAGG 27
    Harley su COME RANDALL FLAGG 27
  • Articoli recenti

    • COME RANDALL FLAGG 27
    • COME RANDALL FLAGG 26
    • AQUALUNG
    • COME RANDALL FLAGG 25
    • COME RANDALL FLAGG 24
  • Le mie storie

    • ottobre 2017
    • settembre 2017
    • agosto 2017
    • luglio 2017
    • giugno 2017
    • Mag 2017
    • aprile 2017
    • marzo 2017
    • febbraio 2017
    • gennaio 2017
    • dicembre 2016
    • novembre 2016
    • ottobre 2016
    • settembre 2016
    • agosto 2016
    • luglio 2016
    • giugno 2016
    • Mag 2016
    • aprile 2016
    • marzo 2016
    • febbraio 2016
    • gennaio 2016
    • dicembre 2015
    • novembre 2015
    • ottobre 2015
    • settembre 2015
    • agosto 2015
    • luglio 2015
    • giugno 2015
    • Mag 2015
    • aprile 2015
    • marzo 2015
    • febbraio 2015
    • gennaio 2015
    • dicembre 2014
    • novembre 2014
    • ottobre 2014
    • settembre 2014
    • agosto 2014
    • luglio 2014
    • giugno 2014
    • Mag 2014
    • aprile 2014
    • marzo 2014
    • febbraio 2014
    • gennaio 2014
    • dicembre 2013
    • novembre 2013
    • ottobre 2013
    • settembre 2013
    • agosto 2013
    • luglio 2013
    • giugno 2013
    • Mag 2013
    • aprile 2013
    • marzo 2013
    • febbraio 2013
    • gennaio 2013
    • dicembre 2012
    • novembre 2012
    • ottobre 2012
    • settembre 2012
    • agosto 2012
    • luglio 2012
    • giugno 2012
    • Mag 2012
    • aprile 2012
    • marzo 2012
    • febbraio 2012
    • gennaio 2012
    • dicembre 2011
    • novembre 2011
  • Pensieri che leggo

    • Alexandra
    • Annamaria
    • Briciola nel latte
    • Caffè Letterario
    • Lady Nadia
    • Laura
    • Mari
    • Maria Rosaria
    • Mistral
    • Momi/Archi
    • New White Bear
    • Rodixidor
    • suzieq
    • wolfghost
  • Statistiche del Blog

    • 145.050 visite
  • Categorie

    • Carrick e lo strano caso di Jack Sparrows (20)
    • Come Randall Flagg (27)
    • guerra totale (9)
    • i love Janine (22)
    • i mie ipost preferiti (18)
    • i miei libri (5)
    • il crepuscolo della Lubjanka (42)
    • il fattore b (13)
    • il lato oscuro (19)
    • il mio nuovo libro (6)
    • il mondo di Nadia e Ale (15)
    • Il Processo (9)
    • L'uomo di ghiaccio (29)
    • La Luce Verde (2)
    • la valle di Phil (11)
    • le interviste di Caris Wooler (4)
    • matrioska (50)
    • Nicoletta (4)
    • poesie (2)
    • raccolti dal sentiero (41)
    • racconti (161)
    • rage (64)
    • recensioni (5)
    • riassunti (7)
    • riflessioni (14)
    • scacco in sette mosse (7)
    • un sogno americano (23)
    • Uncategorized (25)
  • Articoli e pagine migliori

    • LA DEA

Blog su WordPress.com.

WPThemes.


loading Annulla
L'articolo non è stato pubblicato, controlla gli indirizzi e-mail!
Verifica dell'e-mail non riuscita. Riprova.
Ci dispiace, il tuo blog non consente di condividere articoli tramite e-mail.
  • Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
    Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Our Cookie Policy
  • %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: