La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. Lì il vento era meno intenso: l’insenatura era protetta dai numerosi scogli che affioravano dal mare, simili a denti aguzzi. Le onde si infrangevano su quella barriera e andavano a sfogare la loro collera altrove. Al largo stava infuriando una tempesta, nella rada le acque erano più tranquille.
La casa si ergeva circa cinquanta metri sopra alla spiaggia; per raggiungerla occorreva seguire una mulattiera, che poi proseguiva fino in cima alla montagna, ottocento metri più in alto a volo d’uccello. Era dotata di un generatore elettrico e di un impianto per l’erogazione dell’acqua calda; ma non c’erano telefono, televisione e radio.
Aleksandr si fece una doccia bollente e indossò indumenti asciutti. Preparò il the, andò nello studio e si sedette alla scrivania. Scorse per la seconda volta l’incartamento: c’era la foto di un uomo, oltre a minuziose istruzioni.
Aleksandr doveva uccidere quell’uomo.
Sorseggiò la bevanda con calma. Per lui uccidere non era un problema: era pagato per questo.
Il suo nome in codice suonava ironico: Mатрёшка.
Non era stato lui a sceglierlo, ma Dmitriy – il suo diretto superiore – in un raro momento di malinteso umorismo. In realtà, c’era anche un motivo alla base di quel nome: di norma, per governare un dragone erano necessari tre uomini, ma Aleksandr faceva tutto da solo; e, secondo Dmitriy, racchiudeva in sé tre caratteristiche fondamentali: era estremamente intelligente, era crudele ed era infallibile. Dmitriy conosceva molte persone intelligenti, un numero largamente superiore di individui crudeli, ma nessuno che fosse anche infallibile, all’infuori di Aleksandr stesso. Come una matrioska egli celava in sé varie parti, però all’interno c’era il vuoto, come un abisso insondabile. Per quello lo stimava, sebbene lo detestasse e fosse sconcertato da quel vuoto interiore.
Ad Aleksandr Dmitriy era indifferente: non odiava né amava nessuno.
Quella sera andò a coricarsi presto e il mattino dopo si svegliò poco dopo l’alba. Si vestì, consumò una robusta colazione, prese lo zaino e uscì di casa. Non c’era bisogno di chiudere a chiave la porta, dato che quel luogo era pressoché irraggiungibile, e comunque non esisteva una sola ragione perché a qualcuno venisse in mente di passare di lì.
Aleksandr intraprese la lunga camminata che lo avrebbe portato in vetta alla montagna; qui lo attendeva un interminabile tratto in discesa su un sentiero sconnesso che in alcuni punti diventava estremamente ripido. Giunto a fondo valle, percorse i cinque chilometri che lo separavano dal paese più vicino. C’era una stazione ferroviaria. Aleksandr acquistò un biglietto per Mosca e aspettò con pazienza. Gli orari erano puramente indicativi e infatti il treno arrivò con tre ore di ritardo.
Aleksandr prese posto vicino a un contadino che aveva con sé una capra.
Dopo due ore il treno partì.
Tamara amava Aleksandr, però non lo capiva.
Facevano l’amore in modo splendido: Aleksandr sembrava conoscere il suo corpo meglio di lei, capiva sempre ciò che desiderava in quel momento e, a seconda delle circostanze, poteva essere impetuoso e rude oppure tenero e dolce. Talvolta le portava dei regali e quasi sempre cibo e vodka in abbondanza. Guadagnava molto, ma Tamara non sapeva che lavoro facesse; al riguardo, si dimostrava sempre vago e lei aveva smesso di chiederglielo. Ridevano assieme, e se lui era di buon umore chiacchieravano o ascoltavano musica classica, tuttavia Aleksandr non parlava mai di se stesso. Tamara non sapeva nulla dei suoi pensieri, dei suoi sogni – posto che ne avesse -, della sua infanzia o dei suoi genitori. Aleksandr sosteneva che lei era molto bella, e ciò in ogni caso era vero, ma non le aveva mai detto che l’amava, e Tamara sospettava che alla base del loro rapporto ci fosse soltanto il desiderio fisico e forse un po’ di simpatia.
A Tamara non interessavano i regali e i cibi costosi. Avrebbe voluto che lui si aprisse, che le svelasse la parte intima di se stesso, che le raccontasse qualche episodio della sua infanzia. Aveva avuto un cagnolino con cui giocare? Sua madre gli rimboccava le coperte quando andava a dormire, magari narrandogli una fiaba? Si era innamorato di una ragazzina che non lo degnava di uno sguardo? Questo era difficile, pensava, perché Aleksandr era alto, forte e bello. Anche Tamara era alta: quasi un metro e ottanta; era bionda, con gli occhi chiari e un corpo stupendo; formavano una coppia perfetta… in apparenza. Alexsandr non aveva amici, viaggiava molto, anche se Tamara ignorava dove andasse, e sapeva essere freddo come una notte d’inverno.
Spesso aveva meditato di lasciarlo, ma quando la prendeva fra le braccia e la baciava si sentiva la donna più felice del mondo.
Tuttavia questo non le bastava e temeva che le cose non sarebbero mai cambiate.
Primo? Evvaiiiiiiiiiii !!!!!!!!!!!
Ottimo e sfolgorante inizio di questa nuova avventura.
Ho gustato parola dopo parola di questo racconto, che ha tutte le caratteristiche del titolo.
Proprio una matrioska.
Ci saranno sicuramente i temi a te cari e quindi cari anche ai tuoi affezionati lettori.
Passerò un bell’inverno, leggendo cose buone, anzi ottime.
Complimenti
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@ CAPEHORN grazie, caro Carlo 🙂
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Rileggo anche qui questo incipit che promette molto bene. Ancora una volta riesci a catturare l’attenzione dei tuoi lettori dicendo e non dicendo, mostrando e nascondendo.
Ti lamentavi che non avevi più stimolo a scrivere. E questo cos’è?
Un grande abbraccio
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@ NEWWHITEBEAR forse non è una buona idea postare lo stesso racconto su due blog diversi, però è bello avere degli amici come voi!
Un caro abbraccio ^^
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Avete fatto una cosa, mia Signora, che solo in pochi sono riusciti a realizzare e che alcuni di noi pensavano fosse impossibile.
Avete ricomposto i pezzi, ci avete permesso di vedere noi stessi più come possiamo essere, che come eravamo.
C’è ancora molto da fare e da leggere, ma Voi ci avete dato la cosa più importante.
Il desiderio di essere migliori di quanto non siamo e di affrontare la verità.
Freschezza e descrittività, ma anche ingegno nel proporre e costruire.
Una caratteristica questa, la Vostra Milady, che, tuttavia Vi rende individuabile immediatamente e leggibile in quanto, ogni parola, personaggio o colloquio, portano indiscutibilmente la Vostra firma.
Matrioska porta, in se, dei semi che, fruttificando, lanciano l’immaginazione a 360 gradi nel mondo, fantastico, dell’intrigo e dell’intreccio.
Siete sempre, estremamente, gradevole!
Gli uomini che desiderano conoscere il mondo
devono imparare a conoscerlo nei particolari.
Eraclito da Efeso
Vi lasciammo le nostre più generose Cordialità
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@ LORD NINNI come sempre, siete squisito!
In quanto alla prima parte del Vostro graditissimo commento, nutrimmo qualche dubbio su una Vostra parentela con Alexsandr, che ancora non conosciamo bene. Ad esempio, io non Vi immagino crudele…
Radiosità!
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Una storia che promette bene e si lascia leggere con piacevolezza. L’incipit descrittivo dei luoghi porta alla conoscenza del protagonista della storia, un Killer di professione, per cui la vicenda porterà intrecci coinvolgenti e interessanti.
Bravissima, sono contenta che hai ripreso a scrivere in questo nuovo contesto virtuale.
un abbraccio domenicale
annamaria
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@ ANNAMARIA per me scrivere è vivere.
Aleksandr è uno dei personaggi – da me ideati – che più mi piacciono: ciò naturalmente non significa che sia buono.
Un bacione grande grande!
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Mi piace… Tamara. Foto a parte, intendo. Una donna che non si lascia ingannare dai regali e cerca di andare più a fondo nella conoscenza di un uomo da cui è attratta è una donna intelligente. E forse innamorata…
Ma questo tanto non me lo anticiperai.
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@ BRUMBRU concordo con te su Tamara.
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Davvero interessante.Mi piace come è maturato il tuo stile.Lo trovo più curato,più soddisfacente anche nella tempistica.Me gusta me gusta 🙂
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Sul fatto che non mi anticiperai nulla?
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@ ETHELWEIS ne sono lieta. Un giorno, però, arriverà anche il declino…
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@ BRUMBRU no. Sul valore della ragazza.
P.S. apri i commenti del tuo blog!
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ma basta commentare una volta con la moderazione… dopo, una volta approvati, non ce n’è più bisogno…
Vabbè. Agli ordini. Provvedo.
I post li leggi?
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Fino a ieri no.
Non perché non volessi, ma perché non li vedevo.
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@ BRUMBRU ma come faccio a commentarti se non conosco la mia password!!!!
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Ciao Anneche, chissà se ti ricordi di me… Sono Laura, o meglio Mac89, che poi si era trasformata in Lady Sarah, con il blog a questo indirizzo http://petalodipesco.splinder.com/. Dal 2008 non scrivo più ma adesso con la chiusura annunciata di FB sono tornata, in preda alla nostalgia…
Ho ripensato un po’ a tutto ciò che avevo scritto, e alle persone che avevo conosciuto, compresa te. Così ho pensato di riallacciare i rapporti, prima che tutto sparisca. Ti lascio la mia mail (mac89@hotmail.it). Ti va di scrivermi? Potremo così raccontarci un po’ di tutto quello che è successo in questi anni e recuperare i contatti. Aspetto una tua mail, in ogni caso;)
Un abbraccio grande,
Laura
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@ LAURA ti ho risposto anche per pvt.
Ti abbraccio forte!
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Ti ho mandato una mail. Vediamo un pò se risolviamo… così… 😉
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Ma quale declino!:D Un bacione 🙂
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@ BRUMBRU ma quanto sei complicato!
Io ho un’amica che ha un blog privato su questa stessa piattaforma e lì non ci sono problemi.
Da te non riesco né a leggere né a commentare.
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@ ETHELWEIS due bacioni**
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Un inizio piacevolissimo ….
Leggendo ho pensato a un racconto di spionaggio…
Chissà come sarà l’evolversi di questa storia che
sembra coinvolgermi…
Michelle
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@ MICHELLE hai pensato bene…
Spero che ti piacerà, cara!
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Inizio molto interessante… vado a leggermi il seguito…:-)
besos
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@ MOMI buona lettura!
Besitos ^^
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Ecco cosa volevo andare a scoprire: “La barca – un vecchio dragone praticamente inaffondabile – virò di prua e fendendo i marosi imboccò lo stretto passaggio che conduceva alla piccola baia. Aleksandr ormeggiò lo scafo, lo disarmò e scese a terra. ”
Tre righe e mezzo per incollare chi legge! 😉 STREGAAAAAA!
Poi devo dire che ho fatto bene, ché i riassunti anche se scritti bene non sono mai la stessa cosa dell’originale e infatti: “Come una matrioska egli celava in sé varie parti, però all’interno c’era il vuoto, come un abisso insondabile. Per quello lo stimava, sebbene lo detestasse e fosse sconcertato da quel vuoto interiore.
Ad Aleksandr Dmitriy era indifferente: non odiava né amava nessuno.” Bella questa parte, bellissima la frase che fa riferimento ad Aleksandr che non odia né ama nessuno perfettamente in linea con il suo vuoto.
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@ FANTASIA strega? Certo! Ma forse per altri motivi 😛
Per quanto riguarda i riassunti sono d’accordo con te, anche perché io sono piuttosto negata… a scuola adoravo i temi e detestavo invece i riassunti.
Grazie, mia preziosa amica*
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Finalmente ho trovato l’inizio (ancora non capisco bene com’è organizzato wordpress), ho deciso di iniziare a leggere proprio questa storia, tra le altre che scrivi, per il titolo: da piccola mi hanno regalato una matrioska che mi ha sempre affascinata in tutte le sue sfaccettature (come oggetto, ma anche come modo di essere). Andrò avanti volentieri 🙂
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@ NICOLEWRITER anch’io mi sto orientando un po’ a fatica su questa piattaforma (che peraltro mi piace ogni giorno di più).
Inutile dire che vederti qui mi fa davvero molto piacere ^^
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